Una deposizione molto attesa quella di Claudia Minutillo, teste dell’accusa nel processo Mose. Una dei “grandi accusatori” che hanno permesso di scoperchiare un vorticoso giro di mazzette e favori all’ombra del sistema di paratoie mobili che dovrebbe essere inaugurato nel 2018, ha parlato della raccolta di fondi neri per circa 10 milioni di euro in quattro anni da girare al Consorzio Venezia Nuova, all’epoca retto da Giovanni Mazzacurati. Lo ha fatto nel corso di una deposizione, a tratti, secondo l’Ansa apparsa confusa rispetto a quanto dichiarato in istruttoria, nell’udienza del processo che vede imputate otto persone, tra le quali l’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e l’ex ministro Altero Matteoli. I soldi raccolti con il sistema della false fatturazioni, nel periodo in cui era amministratrice delegata di San Marino Adria Infrastrutture, sarebbero serviti, attraverso dazioni anche a politici, alle quali non avrebbe avuto parte, a spingere sui lavori di realizzazione dell’opera chiamata a proteggere la città lagunare dall’acqua alta. In definitiva venivano emesse fatture per operazioni inesistenti o dal costo inferiore, in modo da riuscire ad avere a disposizione soldi liquidi da consegnare sottobanco a chi era in grado di decidere sul destino del Mose.