Credito, le banche chiudono i rubinetti

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PAOLO ZABEO CGIA MESTRE

Nell’ultimo anno (maggio 2023 sullo stesso mese del 2022) i prestiti bancari alle imprese venete (società non finanziarie) sono diminuiti del 5 per cento (pari a -3,7 miliardi di euro), mentre la media dei 20 Paesi dell’Eurozona, ad esempio, è aumentata del 2,6 per cento. Tra i nostri principali competitor, invece, spicca il +7,4 per cento registrato dalla Germania e il +4,5 per cento dalla Francia; solo la Spagna ha subito una contrazione (-2,8 per cento) che, comunque, è stata più contenuta della nostra.
Come mai in questo ultimo anno in Italia e anche in Veneto i rubinetti del credito hanno continuato a chiudersi, mentre in gran parte del resto d’Europa ciò non è avvenuto?
Gli esperti segnalano che il settore manifatturiero origina la gran parte della domanda complessiva di credito in capo alle imprese. La situazione di rallentamento dell’economia mondiale a cui si aggiunge il forte inasprimento del costo del denaro imposto in quest’ultimo anno dalla BCE avrebbero indebolito notevolmente la richiesta di liquidità. Va altresì sottolineato che nel periodo della pandemia molte imprese avevano aumentato i risparmi. Ora, che la remunerazione dei depositi è tra le più basse d’Europa e i tassi passivi superano abbondantemente il 4 per cento, tante aziende trovano più conveniente finanziarsi prelevando le risorse allocate nel proprio conto corrente.
A questi primi risultati è giunto l’Ufficio studi della CGIA che ha elaborato i dati resi disponibili dalla Banca Centrale Europea.
Dal 2011 il trend dei prestiti bancari alle aziende è in costante calo; una leggera inversione di tendenza si è verificata tra i primi mesi del 2020 e settembre 2022, grazie alle garanzie pubbliche misure messe in campo dal Governo Conte 1 e Conte 2 che hanno consentito agli imprenditori di accedere al credito con maggiore facilità. Nell’ultimo anno, purtroppo, la tendenza ha cambiato segno. L’aumento dei tassi di interesse ha contribuito in misura determinante a ridurre il flusso dei prestiti alle attività economiche e a pagarne le conseguenze sono state le piccole imprese. In Veneto la chiusura del rubinetti del credito ha interessato, in particolar modo, le aziende di Rovigo. Nella provincia polesana tra maggio 2023 e lo stesso mese del 2022 la contrazione degli impieghi vivi è stata dell’8,7 per cento (-183,3 milioni di euro). Seguono Padova con -7,2 per cento (-958,5 milioni), Verona con il -6,8 per cento (-1,17 miliardi), Venezia con il -6,4 per cento (-697,3 milioni), Vicenza con il -4,8 per cento (686,7 milioni di euro) e Belluno con il -2,7 per cento. L’unica provincia veneta che ha registrato un risultato positivo è stata Treviso. Nella Marca la variazione è stata del +0,2 per cento (+34,3 milioni di euro).