La vittima Zonin

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È assai divertente che il presidente “padrone” della Banca Po­po­lare di Vicenza, Gianni Zonin, si ritenga danneggiato dal disastro in cui è finito l’istituto di credito da lui guidato per decenni. Punto dolens sono le operazioni cosiddette “baciate”, cioè i finanziamenti bancari legati all’acquisto di azioni della banca. Secondo Zonin, sarebbero state effettuate dalla direzione nella persona di Samuele Sorato, fino a poco tempo fa, suo fedelissimo braccio destro ed esecutore. Siccome ad affermarlo è la Consob, Zonin prende spunto da questo atto e ne fa un punto importante di difesa delle proprie responsabilità. Ci sarebbe da scrivere che è impossibile che non potesse non sapere. Visto però che ci sono state di mezzo la crisi economica, la decisione di UE e governo di trasformare le Popolari in spa, tutto è possibile e opinabile. Serve molta faccia tosta, ma c’è chi ne è provvisto. Zonin poi si considera vittima del crack per milioni di euro. A conferma dichiara che a fronte di un valore di 23 milioni, oggi se ne ritrova 37 mila. L’arrivo tra i danneggiati della vittima Zonin è una bomba a ciel sereno che lascia esterrefatti gli azionisti che hanno perso tutto. E’ proprio vero che al peggio non c’è mai fine.

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