Ville venete o parco giochi?

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Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a maggioranza, con 31 voti favorevoli, 5 contrari e 7 astenuti, il Disegno di legge della Giunta, che modifica e integra la Legge Regionale del 24 agosto 1979, relativamente alle norme per l’istituzione e il funzionamento dell’Istituto Re­gionale per le Ville Venete. La normativa (relatore Ric­cardo Barbisan- LN) interessa più di 4 mila edifici censiti nel territorio regionale e in Friuli, sicuramente di grande interesse storico, artistico, culturale e turistico. D’altra parte, le Ville Venete caratterizzano e identificano bene il nostro territorio. Dal 1979 a oggi sono intervenute nuove norme e vi è dunque l’esigenza di adeguare la disciplina dell’Istituto alla rinnovata produzione legislativa. Vengono quindi precisate e ampliate le funzioni dell’Is­tituto, attribuendone un ruolo più incisivo per la promozione del territorio. In particolare, la normativa prevede che, oltre al sostegno, al consolidamento e al restauro delle Ville Venete soggette a vincolo, l’Istituto fornisca supporto alle politiche di promozione turistica delle Ville Venete, provveda al restauro di quelle di proprietà regionale, collaborando alla valorizzazione delle collezioni ivi contenute, provveda, anche ricorrendo all’esproprio, all’acquisto di Ville Venete, promuova azioni dirette a valorizzare, conservare e recuperare il contesto figurativo delle Ville Venete soggette alle disposizioni della parte seconda del “Codice dei Beni culturali e del Pae­saggio”. Subito dopo il voto è partito il fuoco di fila. La miccia l’ha accesa la pentastellata Erika Baldin. “Praticamente d’ora in poi dentro e attorno alle Ville Venete, nostro patrimonio storico e architettonico di valore inestimabile, si potrà fare qualsiasi cosa. Noi del Movimento 5 Stelle ci siamo opposti a questo scempio che la maggioranza leghista ha voluto far passare in Consiglio Regionale. Il nuovo articolo 24 della legge di iniziativa della Giunta consente ogni destinazione d’uso delle ville, anche in deroga ai piani regolatori comunali, purché sia ‘genericamente compatibile’” con la loro valorizzazione. – ha detto Erika Baldin, capogruppo M5S – Significa che d’ora in poi ogni attività sarà consentita in beni che abbiamo ricevuto in eredità dalla scuola palladiana e dalle grandi menti del Set­tecento veneto, facendo un favore ancora una volta a chi vuole lucrare e in spregio di un patrimonio di arte che il mondo ci invidia. I testo della legge prevede addirittura deroghe alle norme sanitarie con tutte le conseguenze che ciò potrebbe comportare per i cittadini e i turisti”. Per Stefano Fracasso (Pd), “la maggioranza si è accorta che stava facendo saltare ogni tutela, poi ha corretto il tiro. Non è quello che noi speravamo venisse scritto in questo provvedimento, auspicavamo che si rispettasse fino in fondo la pianificazione dei Comuni, ma è comunque un piccolo passo in avanti”.

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