TROPPE VITTIME SUL LAVORO

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“Sono ancora tante, troppe, le vittime sul lavoro in Veneto: 19 i morti rilevati nel primo trimestre 2019, con una media di 6 decessi al mese. Con una percentuale di vittime straniere che rimane significativa e pari ad un terzo del totale degli infortuni mortali registrati in regione. Sono, poi, 13 gli incidenti mortali verificatisi in occasione di lavoro e 6 quelli in itinere. Questa la prima e ancora drammatica proiezione elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre, sulla base dei più recenti dati INAIL. Numeri che continuano a raccontare un dramma per la regione e per il Paese, a maggior ragione in occasione del Primo Maggio, festa dei lavoratori.“ Ci auguriamo che il 1° Maggio non sia solo la festa del lavoro, ma anche e soprattutto un’occasione per riflettere sulla dignità e sulla sicurezza dei lavoratori – commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio mestrino – perché è evidente che le statistiche sulla mortalità e sugli infortuni sono, purtroppo, l’ennesima conferma di quante lacune si debbano ancora colmare sul fronte della sicurezza aziendale nel territorio e in tutto il Paese”. L’unico dato positivo, nella nuova mappatura dell’emergenza, è il decremento del numero di vittime rispetto al primo trimestre 2018, quando erano 26 i morti (-27%). Rimane per il Veneto, però, il triste primato di essere tra le prime regioni in Italia per numero di decessi sul lavoro. È, infatti, al quarto posto nella graduatoria che conta le vittime rilevate esclusivamente in occasione di lavoro dopo Lombardia (22), Lazio e Sicilia (14). È quinta, invece, quando si contano anche i decessi in itinere. Dopo Lombardia (33), Lazio (22), Sicilia (21) e Piemonte (20). Maglia nera in Veneto spetta ancora alla provincia di Vicenza che in due mesi conta 8 vittime sul lavoro. Seguono Verona, Venezia e Padova (3), e Treviso con 2 vittime. Da registrare in questa occasione anche una riflessione del presidente Luca Zaia. “Il primo pensiero”, ha detto, “deve quindi andare alla sicurezza e ai caduti sul lavoro, perché non si pensi che questa sfida sia vinta, in un Paese dove ancora si muore e ci si infortuna troppo lavorando. E’ un tema che va affrontato a 360 gradi. Qui in Veneto abbiamo in questo senso una doppia responsabilità, perché siamo la regione delle 600 mila partite Iva, dei lavoratori che si evolvono in imprenditori di sé stessi, degli imprenditori che erano semplici lavoratori e tali rimangono nell’anima e nel cuore anche dopo essere riusciti a creare la loro impresa, piccola o grande che sia”. “Se l’economia del Veneto è forte, ed è capace anche nei momenti difficili di creare benessere e ricchezza – aggiunge il Governatore – lo dobbiamo a tutti i lavoratori e a coloro che vivono di lavoro accettando la sfida dell’impresa in un sistema tutt’altro che ‘fordista’, dove l’80% delle imprese ha meno di 15 dipendenti, ma opera e prospera nell’ambito del distretto industriale delle Pmi, dove il lavoratore è spesso anche imprenditore, perché vive come sua la sfida dell’azienda. Questo è un grande valore tutto veneto che merita di essere evidenziato”.

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