pfas, esiti sul monitoraggio delle persone in zone agricole

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Sono stati trasmessi alla Direzione Regionale Prev­enz­ione del Veneto i risultati dello studio di biomonitoraggio di sostanze perfluoroalchiliche (PF­AS) in operatori e residenti di aziende agricole e zootecniche, condotto dall’Istituto Superiore di Sanità. Tali analisi fanno parte del più ampio studio di biomonitoraggio che ha come obbiettivo la definizione dell’esposizione a PFAS nei soggetti residenti nelle aree del Veneto nelle quali è stata rilevata la presenza di questi contaminanti. La documentazione è stata già trasmessa alla Procura della Repubblica di Vicenza che indaga sull’evento inquinante specifico, al Pre­sidente del consiglio regionale affinchè, una volta costituiti gli organi, la ponga a sua volta all’at­­t­­enzione della commissione consigliare d’inchiesta istituita martedì scorso, e alle Ulss interessate (6 Eu­ganea, 8 Berica e 9 Scal­igera), che nei prossimi giorni provvederanno a convocare le persone sottoposta a monitoraggio per comunicare loro gli esiti. I risultati ottenuti sugli “Allevatori” (operatori e residenti di aziende zootecniche) sono stati poi confrontati con quanto ottenuto nel biomonitoraggio condotto sulla popolazione generale. ll rapporto dell’ISS conferma la classificazione dell’esposizione e del rischio definita con le aree ad oggi delineate, e sottolinea quanto già sostenuto sul fatto che il principale contributo all’assunzione di PFAS è rappresentato dall’acqua ad uso potabile (rete acquedottistica, ad oggi messa in sicurezza con l’applicazione di appositi filtri, e captazioni autonome-pozzi). I risultati del presente rapporto saranno poi approfonditi ed integrati alla luce delle evidenze che emergeranno dal completamento del piano straordinario di sorveglianza PFAS sugli alimenti predisposto dalla Regione del Veneto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, attualmente in fase di esecuzione.

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