AGENTI A CASA CON L’AUTO: ASSOLTI

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È finito un incubo. Hanno tirato un sospiro di sollievo le 30 guardie provinciali, sotto inchiesta per «aver fatto il loro dovere», come detto nella arringhe dei loro legali. L’ac­cusa per tutti i 30 agenti di polizia provinciale, finiti nel mirino della Procura per il presunto utilizzo in modo improprio dell’auto di servizio, era quella di peculato: rischiavano pene dai 4 ai 10 anni. Sono stati tutti scagionati con formula piena in Tribunale a Belluno. È stato lo stesso pm, Roberta Gallego a chiederne l’assoluzione al termine della sua requisitoria nel giudizio abbreviato che si è concluso. E dopo 5 minuti di camera di consiglio il gup, la presidente Antonella Coniglio, ha pronunciato la sentenza e ha assolto «perché il fatto non sussiste» i 30 provinciali. Tutto era partito da un paio di esposti anonimi e sotto la lente erano finiti gli utilizzi della euro da parte dei provinciali per un anno da marzo 2014 al 2015. Gli agenti tenevano le auto di servizio sotto casa: erano autorizzati da un regolamento approvato nel 1993, con parere di legittimità del Coreco,Per l’ex procuratore, che ha chiesto il rinvio a giudizio quella delibera del consiglio provinciale era palesemente illegittima e doveva essere disapplicata dalle guardie, che sono pubblici ufficiali.

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