“Zaia ha mandato in fumo anni di sforzi”

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“Il mio pensiero va alle 600mila partite Iva e le 430mila aziende che abbiamo in Veneto, penso agli sforzi di decenni per crearsi un mercato in Cina, una credibilità a fronte delle difficoltà di entrare in nuovo ambiente. Penso al Porto di Venezia che scambia milioni di container con la Cina, ai miliardi di euro che dipendono da quei commerci. Con una sola frase Zaia ha contemporaneamente mandato in fumo milioni di euro che la Regione spende per promuoversi nel mondo e gli enormi sforzi delle aziende per aumentare la propria credibilità internazionale e il proprio mercato”. Così Jacopo Berti, capogruppo m5s in Consiglio Regionale Veneto. “Ormai il Governatore ha perso il controllo. Prima- insiste Berti- aveva seguito il suo capo Salvini nel gridare all’emergenza, invocando le “misure forti” e il “blocco totale”. Poi ha lasciato che venissero impediti controlli sanitari, forse determinanti, sostenendo di non saperne nulla. Poi accortosi che stava per giocarsi il consenso di imprenditori e operatori turistici mettendoli in ginocchio, aveva invocato il ritorno alla normalità. Ovviamente per non sbagliare si nascondeva, dicendo che non dipendeva da lui, perché spettava al governo decidere.
Insomma: poche idee e ben confuse. Esattamente il contrario di quello che serve in queste situazioni”.
Dal canto suo il governatore del Veneto Luca Zaia ha scritto all’ambasciatore cinese in Italia dicendosi “davvero dispiaciuto per quanto accaduto”, in relazione ad una intervista di tre giorni fa in cui affermava: “Abbiamo visto tutti i cinesi mangiare topi vivi”. “Le scrivo non per accampare scuse: quando si sbaglia, si sbaglia – dice -. E a nulla valgono giustificazioni basate sulla stanchezza accumulata in questi giorni di grande tensione o sulla frettolosità di esposizione di concetti e di ragionamenti. Mii spiace -ha aggiunto poi- che qualcuno abbia montato una polemica su questo, non ho mai detto che i cinesi non si lavano. E mi scuso se ho ho urtato la sensibilità di qualcuno, anche per i rapporti personali, noti e testimoniati, che ho con la comunità cinese. E’ indubbio – ha proseguito Zaia – che le condizioni che abbiamo qui sono diverse da quella in Cina. Ma il qualunquismo e la generalizzazione non sono nel mio stile. E’ pur vero, tuttavia, che in un paese dalle mille sfaccettature, che presenta contesti metropolitani di assoluta innovazione, come Shanghai, Pechino, Shenzhen, ve sono altri che sono agli antipodi”. “Ho deciso di intervenire personalmente su questo per un fatto di correttezza e lealtà – ma devo dire anche che siamo molto impegnati nella partita del contenimento del virus, e non ho tempo da perdere su queste cose”.

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