Violentata da un tunisino “è un incubo senza fine”

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«Mi ha spinto a terra, mi ha sputato in faccia. Gridava offese in arabo. Continuo a rivedere quella scena. Adesso mi sento gli occhi di tutti addosso. Questo è un incubo che non finirà mai». Parla, piange, singhiozza. Ricorda tutto. Nella notte tra giovedì e venerdì è stata picchiata, violentata e umiliata da un tunisino clandestino. Binomio che ha già scatenato la retorica dell’odio. Tutti a maledire lui ma nessuno che pensa a lei: 23 anni, padovana, un figlio e un matrimonio alle spalle, un lavoro precario come domestica, e ora anche una ferita che non si rimarginerà mai. Bussava alla mia finestra. Ho fatto l’errore di aprire. È entrato di prepotenza e subito ha provato a baciarmi. Era ubriaco, fuori di sé. Gli ho dato due schiaffi per difendermi ma lui ha iniziato a distruggere tutto. Ha buttato a terra la tv, le sedie, il tavolo. Ha spinto anche me e quando sono finita sul pavimento mi ha sputato in faccia, prima di colpirmi con un calcio sul fianco. Schiaffeggiandomi mi ha obbligata a rialzarmi», Conclude, «Non riesco a smettere di tremare e quando sono sola piango. Continuo a rivedere quella scena. La polizia mi ha messo in contatto con un centro antiviolenza. Spero almeno che rimanga in galera».

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