Terzo settore? No, è il terzo pilastro

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Prende avvio il Registro unico nazionale del terzo settore (Runts). Dopo quattro anni dall’approvazione del Codice del Terzo settore, rappresenta uno dei più importanti tasselli verso il compimento della riforma. Si tratta, infatti, di un sistema di registrazione telematico, uniformato su tutto il territorio nazionale, che consente agli enti no profit, che fino ad oggi non trovavano collocazione in alcuno dei Registri esistenti (ODV, Aps, Onlus), di ottenere una qualifica di riconoscimento di “Ente del terzo settore”; soggetti senza scopo di lucro che si organizzano al fine di perseguire il bene comune per un innalzamento dei livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale.
“Per comprendere la portata del nuovo sistema, basti pensare che nel Veneto si stimano 31.035 istituzioni no profit presenti – sottolinea l’assessore alla Sanità e alle Politiche sociali del Veneto, Manuela Lanzarin -. Un mondo che rappresenta il terzo pilastro che insieme alle Pubbliche Amministrazioni e al privato, sarà portatore di quel rinnovamento del sistema del welfare in un welfare community’’.
Sin dall’approvazione del Codice nel 2017 la Regione del Veneto si è prodigata nell’assicurare il dovuto sostegno alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale, circa 5.000. Ora queste inizieranno ora il loro percorso di trasmigrazione al Runts. La maggior parte di esse è stata affiancata nel processo di adeguamento statutario e di consulenza nella scelta della veste giuridica più appropriata. Per una “pronta partenza” del nuovo registro è stata anche realizzata una piattaforma, tutt’ora operativa, a disposizione delle associazioni per fornire informazioni e documenti richiesti per la migrazione e per cimentarsi nell’utilizzo di nuovi strumenti digitali. I risultati sono ottimi grazie anche alla preziosa e importante collaborazione fornita dai Centro Servizi per il Volontariato e dal Forum del Terzo settore, ai fini di una celerità dell’intera operazione, peraltro in un momento storico in cui la pandemia ha avuto un impatto negativo in tutti gli ambiti, dalla sanità, all’occupazione, ai servizi alla persona, alle attività economiche.
Dati positivi si riscontrano anche nell’incremento del numero di nuovi enti iscritti ai Registri regionali, che nell’anno 2021 sono circa 700 e nel numero di progettualità realizzate proprio per fronteggiare la crisi pandemica: tra il 2020 e il 2021, sono circa 250, per una spesa complessiva di 11.203.494 euro.