Tempesta Vaia, cosa ci ha insegnato

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Analizzare la situazione am­bien­tale del tratto terminale del Piave, studiarne l’alveo e le caratteristiche, individuare la sua reale capacità di portata per arrivare a definire quali sono gli interventi più idonei ed efficaci in termini di prevenzione, affinché le future esondazioni siano meno impattanti per il territorio e per coloro che in quel territorio vivono. Tutto questo nel piano che verrà elaborato in sinergia dall’As­sessorato all’Ambiente della Regione Veneto e dall’Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali. A poco meno di un anno dalla tempesta “Vaia”, che nel 2018 colpì molte zone del Veneto, incluse quelle lungo l’asse del fiume Piave, l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, e il segretario generale dell’Auto­rità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali, Francesco Baruffi, hanno tracciato un quadro degli studi sino ad oggi condotti e hanno illustrato il piano d’azione per monitorare efficacemente il fiume e il suo ambiente, così da individuare gli interventi che possono essere realizzati per migliorare la messa in sicurezza del tratto terminale del Piave, considerato cruciale nel determinare la tipologia e l’efficacia delle opere di mitigazione necessarie alla difesa dalle piene. La presentazione di come si possa giungere a una riqualificazione am­bientale del Piave, massimizzandone la capacità di portata, ha avuto luogo in una delle golene simbolo delle esondazioni, Ponte di Piave, che rientra fra i quindici comuni interessati alla tematica. Lo studio punta a dare – attraverso precise valutazioni numeriche – una risposta concreta su quale possa essere la reale capacità di portata massima del fiume nel suo ultimo tratto verso il mare, una volta sottoposto ad una attenta manutenzione, così da poter dare il via alle opere e alle azioni puntuali che la Regione Veneto è in grado di mettere in campo. Quanto elaborato sarà dunque un supporto fondamentale da cui partire per le future linee guida di manutenzione e gestione integrata del fiume, e che permetterà di individuare gli interventi che possono garantire un incremento della sicurezza dalle esondazioni del Piave, senza intaccarne l’eco-sistema, tutelando la vegetazione e salvaguardando le vicine popolazioni. «L’edu­cazione al rischio riveste un ruolo fondamentale per comprendere criticamente le situazioni che si possono presentare, e per difendersi preventivamente nel modo migliore. – ha dichiarato Francesco Baruffi, segretario generale dell’Auto­rità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali. Le attività di riqualificazione fluviale del Piave, che stiamo per mettere in atto, hanno anche questa caratteristica. Partendo dalle scuole si intende arrivare a tutti i cittadini attraverso uno scambio paritetico di informazioni. Salvaguardare il territorio significa garantire uno sviluppo economico sostenibile. E per far questo bisogna sapere, conoscere, avere coscienza delle situazioni e stabilire le scelte migliori». Questo primo passo si inserisce in un più ampio progetto denominato “Io, tu noi, il Piave: conoscerlo viverlo, curarlo”, che mira a diffondere presso le popolazioni limitrofe all’asse fluviale una migliore consapevolezza in tema ambientale e di sicurezza del fiume.

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