STORIE DI DONNE E…FERRARI

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Il processo è finito in prescrizione, ma almeno la Ferrari, non proprio in ottime condizioni, l’ha recuperata. È una storia di donne e motori quel­la conclusa qualche giorno fa davanti al giudice: la ballerina di lap dance e la Ferrari. «Te la porto fra un paio di giorni… Sì, stai tranquillo, la so guidare bene, non ti farò neanche un graffio». Era l’8 aprile 2009 quando la cittadina romena Nicoleta Craeleva salutò l’amico veronese Nicola Salvagno e se ne andò rombando sulla sua Ferrari F430 che l’imprenditore le aveva prestato. La bella immigrata, stando alle sue parole, doveva recarsi a Bologna a trovare il fratello e rientrare a breve.  Era l’aprile del 2009. Salvagno non le avrebbe più viste: né lei né, soprattutto, la sua Ferrari, almeno per cinque anni. La bella Craeleva, 38 anni, già domiciliata a San Bonifacio, era finita a processo: doveva rispondere di appropriazione indebita, perché la vittima, non avendo più notizie della bella Nicoleta né della sua F430 che all’epoca aveva un valore stimato sul mercato di poco superiore ai 100 mila euro, l’aveva denunciata. La Ferrari fu localizzata qualche tempo dopo in Romania, ma non fu mai fermata e non si è mai scoperto che fine possa avere fatto fino alla fine del 2014, quando in effetti Craeleva la fece portare a Verona da un conoscente e la restituì. All’epoca il processo era in corso a Vicenza, ma fu poi trasferito a Verona per competenza territoriale, visto che il prestito in realtà era iniziato a Soave. E, nei vari passaggi, il tempo trascorso ha cancellato il reato. La romena si è tenuta la Ferrari in prestito gratuito per cinque anni, ed è stata prosciolta.

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