Servono 52mila lavoratori, la metà manca

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Sono 51.940 i lavoratori ricercati dalle imprese in Veneto per il mese di settembre (10.070 a Padova, 9.940 Treviso, 7.990 Venezia, 1.950 Rovigo), 610 in più (+1,2%) rispetto a quanto programmato un anno fa. Per l’intero trimestre settembre-novembre 2023 le assunzioni previste sfiorano 138mila, in aumento dello 0,8% (1.080 in più) rispetto all’analogo periodo 2022.
Continua però a crescere la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese: su 52mila assunzioni previste dopo la pausa estiva, ben 28.260 sono considerate dagli stessi imprenditori “difficili” da realizzare. Siamo al 54,4%: un “mismatch” (scostamento) che ormai riguarda più di un’assunzione su due, in aumento di sei punti percentuali rispetto a dodici mesi fa (era intorno al 35% prima del Covid, nel 2019), con punte comprese tra il 70% e l’80% per molte figure tecnico-scientifiche, ingegneristiche, informatiche e di operai specializzati. Una quota notevolmente superiore a quella registrata a livello nazionale (47,6%), in particolare nel Sud e Isole (43,5%) e nel Centro (45,9%), mentre il valore nel Nord Ovest (47,4%) si mantiene vicino alla media. Tra le principali regioni in termini di flusso di assunzioni, il Veneto segnala la più alta difficoltà di reperimento, rispetto a Lombardia (122mila contratti e difficoltà di reperimento pari a 46,5%), Lazio (56mila e 38,0%), Emilia Romagna (49mila e 51,9%) e, infine, Campania (42mila e 41,0%).
«I dati mostrano ancora che la difficoltà di reperimento è sempre più collegata alla mancanza di candidati per i profili che le imprese stanno cercando – commenta Francesco Nalini, Consigliere delegato Confindustria Veneto Est per l’Education – oltre che al disallineamento delle competenze dovuto alle difficoltà del sistema formativo rispetto alla velocità dei cambiamenti. Non possiamo perdere altro tempo: solo una formazione più aderente al mondo del lavoro può garantire il futuro dei giovani e la competitività del sistema produttivo».
Un bollettino che conferma come causa prevalente del mismatch la “mancanza di candidati”, a seguire la “preparazione inadeguata”. Tutto ciò in un mercato del lavoro che sta tenendo; e con un numero di Neet in Veneto (ragazzi che non studiano, non lavorano) pari al 13,9% (il più basso d’Italia) e un abbandono scolastico in calo ma al 9,3%. Segnali da non trascurare, vista anche la denatalità in atto (perdiamo 10.000 studenti l’anno), alla vigilia del nuovo anno scolastico che prenderà avvio il 13 settembre.