Sanità, liste d’attesa sempre più “eterne”

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Prestazioni rinviate o addirittura cancellate a causa di liste d’attesa “eterne”. La pandemia ha lasciato anche in Veneto una pesante eredità in campo sanitario, con il blocco forzato di visite ambulatoriali ed esami diagnostici che si sono accumulati creando disagi e ritardi (a volte drammatici) per i cittadini, soprattutto anziani. Ma anche prima del Covid le liste d’attesa rappresentavano una della principali criticità nel campo della sanità italiana, tanto che nel 2019 è stato emanato un piano nazionale per governare un problema, che poi la pandemia ha aggravato in modo inesorabile.
Partendo da queste considerazioni, e dalle numerose e quotidiane segnalazioni che arrivano alle sedi sindacali su gravi ritardi rispetto alle classi di priorità, i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil del Veneto – che nella nostra regione rappresentano un terzo degli anziani – hanno deciso di avviare una campagna ad hoc: il 24 marzo è stato lanciato un questionario rivolto alle migliaia di iscritti, e incentrato sulle personali esperienze maturate dai diretti interessati al momento della prenotazione di esami e di visite ambulatoriali e specialistiche. E sarà diffuso in tutti i canali un video informativo su come funzionano le liste d’attesa. «Con questa campagna ci poniamo più obiettivi», spiegano Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl), Debora Rocco (Uilp Uil), «informare i cittadini sui loro diritti; mantenere alta l’attenzione sul problema delle liste d’attesa, uno dei più evidenti nervi scoperti della nostra sanità territoriale; stimolare la Regione a compiere ulteriori azioni per garantire il diritto alla cura sancito dalla legislazione».
«In particolare – continuano i sindacati – l’indagine ci aiuterà a capire, in assenza di dati puntuali, la situazione che si vive nelle singole Ulss venete. Teniamo conto che, seguendo i dati della Regione stessa, facciamo i conti con una quota importante, fra il 16 e il 32%, di prestazioni accumulatesi durante il Covid e non ancora effettuate. Non solo. In molti casi, di fronte a liste d’attesa lunghissime, ci sono cittadini che hanno direttamente rinunciato a effettuare visite o esami clinici. In pratica in Veneto mancano all’appello 4 prestazioni su 10. Un dato allarmante».
La campagna, inoltre, sarà anche l’occasione per informare i cittadini sulla possibilità di attivare il “percorso di tutela”, diritto previsto dalla legge nazionale che però, dicono i sindacati, la Regione Veneto dimentica di attuare.