SACCHETTI ILLEGALI, NEGOZIANTI NEI GUAI

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A finire nel sacco, questa volta, sono proprio i sacchetti, quelli della spesa, detti anche shopper: con un’articolata operazione in tutto il Polesine, infatti, ne sono stati sequestrati circa 18mila, perché illegali. Per i negozianti colti con le mani nel sacco, la multa prevista va da un minimo di 2.500 euro fino ad un massimo di 25mila. I cinque esercizi commerciali dove sono stati trovate buste di plastica non conformi alle rigide norme in materia si trovano ad Adria, Polesella, Badia Polesine e Lendinara. Tutti gestiti da cittadini stranieri, in particolare cinesi, tranne uno dei due negozi di Adria, il cui titolare è italiano. Le irregolarità riguardano, in particolare, la mancanza degli avvisi che devono essere obbligatoriamente stampati sui sacchetti di plastica, riportando le informazioni fondamentali a garanzia del consumatore sulla loro biodegradabilità, che deve essere in linea con la normativa comunitarie a tutela dell’ambiente. L’obiettivo della legge europea è far sì che il sacchetto che viene utilizzato per la spesa possa essere gettato nel cassonetto dell’umido. E’ in virtù di queste nuove regole che, infatti, nei supermercati non si trovano più le buste di un tempo. Qualcuno lo avrà sperimentato a proprie spese, perché generalmente i sacchi riciclabili che vengono forniti non sono molto resistenti e, se riempiti troppo, tendono a rompersi e a riversare a terra tutto il proprio contenuto. Si tratta, però, un sacrificio che va fatto in nome della salute dell’ambiente, perché proprio i sacchi di plastica risultano uno degli inquinanti più diffusi e di difficile smaltimento.

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