RIINA JR, LA PROCURA CHIEDE RESTRIZIONI LIBERTA’ VIGILATA

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Totò Riina's son Salvo arrives at the Parma hospital, where the autopsy of her father is scheduled, in Parma, Italy, 18 November 2017. Sicilian Cosa Nostra mafia 'boss of bosses,' Salvatore 'Toto' Riina, one of Italy's most feared mobsters, died at the age of 87 on 17 November, in a prison section in Parma. He was serving 26 life sentences. ANSA/ SANDRO CAPATTI

Sarà il tribunale di sorveglianza di Padova a decidere sulla richiesta della procura di una restrizione della libertà vigilata o il trasferimento in una ‘casa di lavoro’ per Giuseppe Salvatore Riina, il figlio di Totò Riina, il capo dei capi di Cosa Nostra morto una settimana fa, da tempo nella città veneta in regime di libertà vigilata. La richiesta della procura è legata a una serie di accertamenti compiuti nei mesi scorsi dalla polizia, dai quali emergerebbe che Giuseppe Salvatore Riina avrebbe avuto incontri e fatto affari con alcuni spacciatori di droga già noti alle forze dell’ordine – uno tunisino è stato arrestato a settembre -, venendo meno all’obbligo imposto dai giudici di non frequentare pregiudicati, e che sarebbe stato sorpreso a girare di notte, mentre dalle 22 alle 6 dovrebbe restare in casa. dubbi sulla condotta di Salvo Riina ci sempre stati, fin dal suo arrivo in città. Dopo aver scontato 8 anni e 10 mesi in carcere per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso è stato ritenuto socialmente pericoloso. Oggi ha 39 anni ed è sorvegliato speciale a Padova dal 2012, grazie all’attività svolta nell’ambito dell’associazione “Noi” di Tina Ciccarelli. Il regime di libertà vigilata gli impone regole molto rigide. Non può frequentare pregiudicati, non può uscire di notte e non può varcare i confini della città di Padova. Anche lo stesso permesso per il funerale del padre gliel’ha dovuto firmare il giudice.

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