non si entrerà in ospedale nè con burqa nè con il niqab

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Non si entra in ospedale né con il burqa né con il niqab. Le donne velate devono scoprire il volto, altrimenti l’accesso in corsia sarà interdetto. Con 30 voti favorevoli (la maggioranza di centrodestra più i tosiani e Pietro dalla Libera di Veneto civico), 12 contrari (Pd, Mdp, M5s) e un astenuto (Franco Ferrari, Lista Moretti), il consiglio regionale del Veneto ha approvato il Regolamento sugli accessi nelle sedi della Regione, degli enti e delle società regionali e pure delle strutture sociosanitarie. La votazione – su richiesta di Patrizia Bartelle e Manuel Brusco del M5s e di Andrea Zanoni del Pd – è avvenuta per appello nominale: ciascun consigliere, chiamato per nome, ha dovuto dire al microfono se era favorevole o contrario. «L’abbiamo fatto – ha detto Bartelle – perché se un giorno succedesse qualcosa, se qualcuno entrasse ad esempio in ospedale e si mettesse a sparare, i parenti dei feriti saprebbero chi ringraziare». E magari denunciare? Il tema che ha tenuto banco per tutta la giornata è stato infatti il contrasto burqa no, armi sì, su cui ha insistito l’opposizione con i democratici Graziano Az­zalin e Andrea Zanoni, la stessa Bartelle e Piero Ruzzante di Mdp. Tesi che Villanova ha contestato: «Non è vero come hanno scritto i giornali che questo regolamento consente di entrare in ospedale armati, la nostra norma non fa altro che ribadire quanto già prevede la legge statale e cioè che non si può uscire di casa armati a meno che non si sia autorizzati. È lo Stato che dà il porto d’armi, non noi»

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