LA “GRILLINA” ANTI-RENZI SUI SOCIAL E’ TITTI LA MOGLIE DI BRUNETTA

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Chi è Beatrice Di Maio, account pro-M5S al centro del caso del cyber-­fango dei giorni scorsi? «To­m­­m­asa Giovannoni Ottaviani, mo­glie e madre di due ragazzi. Arr­edatrice di interni». A dirlo, in un’intervista pubblicata oggi da Libero, è la stessa signora Ottaviani. Moglie del capogruppo FI alla Camera Re­nato Brunetta. «Sì ma lui non c’entra in questa storia. Non ha mai saputo nulla di quello che facevo», spiega la signora Ottaviani nell’intervista. Per 19 mesi ha twittato veleno contro il Pd e in particolare Matteo Renzi, suscitando polemiche che ha­nno portato anche a una querela per diffamazione da parte del sottosegretario alal presidenza del Consiglio Luca Lotti. «Se Lotti si è sentito offeso – prosegue in merito all’esposto presentato a riguardo alla procura di Firenze – mi dispiace e me ne scuso» ma «ma grazie per la solidarietà che mi avete dato senza sapere chi fossi». L”account twitter da 14mila follower (chiuso qualche giorno fa), senza remore, attaccava quotidianamente l’intera squadra di governo e, in qualche caso, anche il presidente della Repubblica Sergio Mat­tarella. La consorte di Brunetta racconta i vari “escamotage” usati su Twitter per non far capire né l’identità né l’età di Beatrice Di Maio, che molti credevano una giovanissima militante pentastellata. E racconta il momento in cui lo ha confessato al marito. «Qualche sera fa, eravamo davanti alla tv e stavamo vedendo Mentana che nel suo tg stava facendo vedere un tweet di Beatrice Di Maio. Raccontava che il M5S non ne sapeva nulla e faceva un appello a Bea a venire fuori», racconta Ottaviani che, sulla teoria della cyber propaganda sottolinea: «ha scoperto chi sono e quindi quella macchina del fango non esiste». – at­tacca Grillo – era difficile da immaginare». «Han­no parlato di cyberfango, il Pd ha sprecato soldi pubblici con un’interrogazione parlando di ‘una macchina del fango automatizzata per colpire il Pd’ per chiedere se Di Battista o Di Maio ne fossero a conoscenza. Altri hanno parlato persino di ‘hacker russi filo M5­S’. Le comiche! Oggi nessuno di loro twitta più».

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