A vederli così, giganteschi e raffiguranti barconi pieni di profughi che sperano di sbarcare in Italia, i manifesti fatti affiggere alle porte della città dalle parrocchie del Vicariato di Rovigo sembrerebbero una sfida lanciata al sindaco di Rovigo. La scritta che campeggia dice: “Accogliamo il messaggio di papa Francesco. Non alimentiamo la paura che provoca la chiusura.” Massimo Bergamin, però non polemizza con il mondo delle parrocchie, limitandosi a commentare che “ognuno è libero di affiggere i manifesti che vuole, purché sia pagata la tassa comunale”. E ancora: “Io mi devo occupare di 52mila persone, ed è assurdo che per loro e per il sociale il Comune possa disporre di soli 900mila euro circa, mentre per 200 profughi ci sono oltre 2 milioni e mezzo di euro. Chiedo invece alle parrocchie rodigine di collaborare con noi nel sostegno alle famiglie povere, cosa posso rispondere a quelle persone che stanno per essere sfrattate?”. E intanto si viene a sapere che la diocesi un mese fa ha aperto le porte del seminario per ospitare una ventina di profughi. Una sistemazione temporanea, in via Sichirollo, durata un paio di settimane e resasi necessaria a causa della carenza di posti liberi.