“I KOSOVARI ACCUSATI DI JIHAD MI MASSACRARONO DI BOTTE”

0
1505

È un incubo che non passa mai. I pugni di faccia, i calci alla testa, i colpi sferrati con un mattarello e quella lama di coltello che solo per un attimo non l’ha colpito ancora. Era il 20 luglio 2014 e un noto professionista veneziano, pestato a sangue vicino a campo Santa Maria Formosa, finiva all’ospedale con il volto massacrato. Due anni e mezzo più tardi, ha riconosciuto in almeno uno dei tre kosovari della cellula jihadista scoperta a Venezia gli aggressori di quella sera di mezza estate: si tratta di Dake Haziraj, arrestato la settimana scorsa e sul quale pende anche la denuncia per lesioni nei confronti del cinquantenne. Il professionista è stato ascoltato a lungo in queste ore dagli inquirenti, anche per via di alcuni particolari che, alla luce di quanto scoperto, potrebbero rivelarsi utili alle indagini. «Mi hanno colpito senza pietà», racconta, «io ho fatto per molti anni judo e me ne intendo”. Un’aggressione nata senza ragione sotto gli occhi della figlia dell’uomo, nei pressi del pizza Cip-Ciap. Un breve scambio di battute senza nemmeno capirsi e poi i due sono saltati addosso al veneziano. «Non sono nemmeno riuscito a difendermi da tanto ero rimasto stordito sotto i primi, violentissimi colpi»Poi è spuntato il coltello. «Avrà avuto una lama di circa 30 centimetri», racconta ancora il professionista, «a quel punto la gente intorno a me ha incominciato a gridare di scappare e io sono scappato più veloce che ho potuto verso San Marco». Gli aggressori si sono poi dileguati tra le calli.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here