attentato alla pizzeria tre arresti e un killer

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Un tassista, un “killer a pagamento” (come si autodefinisce sui social) e un “manovale” non proprio uso a maneggiare benzina. È il cocktail che secondo gli inquirenti sta dietro l’attentato incendiario della pizzeria “Mordi e fuggi” di Pieve avvenuto alle tre di mattina del 24 aprile scorso. Tre gli arresti: il blitz dei carabinieri della Compagnia di Cortina e della stazione di Pieve è scattato all’alba di ieri. In manette sono finiti Fabio Laritonda, 41enne originario di Brindisi e residente a Domegge che ha offerto ospitalità a Pasquale Ferraro, il 21enne usato alla stregua di “manovale”, che ha quasi perso la vita nell’esplosione del locale, innescata con la benzina. In carcere anche il mezzo parente di Laritonda (cognato del fratello), tassista della zona, Giuseppe Lauro, 57 anni, originario di Napoli. Ai domiciliari Pasquale Ferraro, il giovane rimasto gravemente ferito: ora è piantonato nell’ospedale di Bari dove era stato trasferito dopo le dimissioni dal San Martino di Belluno. Per loro l’accusa è di concorso in incendio doloso aggravato: il fascicolo sul tavolo del pubblico ministero Paolo Sartorello ha avuto un moto di slancio con i tre ordini di custodia cautelare chiesti nei confronti dei tre principali quanto presunti attori di quell’attentato, e spiccati dal Gip del tribunale. Due mesi di indagine, intercettazioni e visione delle riprese delle telecamere hanno consentito secondo l’accusa di smontare gli alibi dei presunti responsabili. Non si escludono ulteriori svolte: le indagini dell’Arma continuano «per chiarire ulteriori aspetti della vicenda».

 

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