CONFINDUSTRIA PADOVA: SMART WORKING CONQUISTA SOLO 6% DI PMI DEL NORDEST

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PADOVA 29/04/2015 ©BERGAMASCHI MARCO PREMIO STAGE IT RUGGERO TARGHETTA

Meno ufficio, più tablet. Più orari flessibili e luoghi di lavoro esterni alla sede aziendale per conciliare tempi di vita e di lavoro e migliorare la produttività. Lo Smart Wor­king prende piede in Italia a velocità moderata ma crescente. Più nelle grandi imprese che nelle pic­cole, come segnala una ricerca del Politecnico di Milano. E men­tre il Ddl oggi al Senato po­trebbe incentivare il “lavoro agile”, si moltiplicano i progetti delle im­prese che provano a ripensare il lavoro in un’ottica intelligente, met­tendo in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario. Lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Nel 2015 solo il 6% delle PMI del Nord-Est Italia, ha già avviato dei progetti organici di Smart Wor­king. A queste si aggiunge il 24% di PMI che sono in fase “esplorativa”,e un altro 9% che ha introdotto informalmente logiche di flessibilità e autonomia ma rivolte solo a particolari profili, ruoli o esigenze delle persone. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osserva­torio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, presentata nella sede di Confindustria Pado­va al convegno “Sm@rtworking. Il lavoro agile nel settore manifatturiero”. «Lo Smart Working rappresenta un cambio culturale – dichiara Ruggero Targhetta, pre­si­dente di Confindustria Pado­va Sit – significa ripensare l’organizzazione del lavoro e i vincoli legati a luogo e orario per liberare nuove energie dalle persone».

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