VINO: PIU’ EXPORT, MA MENO COMPETIVITA’

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“La qualità degli imprenditori vitivinicoli italiani e l’eccellenza del nostro vino continuano a macinare record dell’export con un trend di aumento dell’8% a valore che ci dovrebbe portare a superare la soglia dei 6 miliardi di euro nel 2017. Migliora la bilancia commerciale del nostro export ma, purtroppo, cala la competitività dei nostri vini. Il risultato positivo, infatti, non deve nascondere la perdita preoccupante di posizioni rispetto ad altri competitor che crescono più di noi. Gli USA sono un esempio emblematico: la domanda cresce nel complesso oltre il 10% e noi ci fermiamo sotto il 3%, con la Francia che segna, invece, aumenti del 21% in quantità e del 23% in valore, tallonando il nostro storico primato. Prendiamo atto dei numeri positivi ma non cediamo a facili trionfalismi: è urgente tornare ad investire come ”sistema Paese” sul vino italiano per mantenere le quote di mercato e difendere quel primato, faticosamente ottenuto, e che oggi rischiamo di perdere”. Con queste parole, Ernesto Abbona, Presidente di Osservatorio del Vino, commenta i dati Istat elaborati da Ismea, partner dell’Osservatorio, relativamente all’export del vino italiano nel periodo gennaio – luglio 2017, che riportano una crescita in volume del 7% per circa 12 milioni di ettolitri di vini e mosti, e in valore del 8% per un corrispettivo di 3,3 miliardi di euro. Nei Paesi terzi è stato esportato l’8,5% in più rispetto ai primi sette mesi del 2016 con introiti in crescita del 9%. In termini di quote, con i dati dei primi sette mesi dell’anno, i Paesi terzi rappresentano il 34% delle esportazioni a volume ed il 50% a valore. “I numeri positivi dell’export – interviene Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini – testimoniano il gran lavoro portato avanti dai nostri imprenditori Stiamo patendo la concorrenza con i competitor europei che hanno potuto godere appieno delle risorse previste dall’OCM promozione e i dati sull’export negli USA ne sono una testimonianza. L’auspicio – conclude Castelletti – è che, a breve, quando diventeranno operativi i fondi OCM appena sbloccati e saranno a regime le azioni di promozione istituzionale a carattere pluriennale definite da MISE/ICE sui mercati americano e cinese, si possano recuperare velocemente le posizioni conquistate negli anni passati, migliorando strutturalmente le performance del nostro export”.

 

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