Troppe leggi sul mercato del lavoro

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Dal 2012 ad oggi l’Unità di crisi regionale ha monitorato e mediato quasi 250 crisi aziendali in Veneto. Tra le 247 aziende monitorate a seguito all’avvio di una procedura di crisi aziendale, oltre il 70% conta più di 15 dipendenti. Tra il 2018 e 2019 le nuove crisi sono diminuite, dalle 125 del 2018 elle 119 del 2019, ma le dimensioni occupazionali delle realtà coinvolte sono in crescita.
Alla luce dei numeri e dell’esperienza maturata dall’Unità di crisi, istituita dalla Regione come organo tecnico per accompagnare, mediare e facilitare le procedure di trasformazione degli assetti produttivi nel territorio regionale, Elena Donazzan, assessore al lavoro della Regione Veneto – intervenendo a Mogliano al convegno Cisl su’ “Aziende globali e aziende locali” alla presenza del neo presidente degli industriali veneti Enrico Carraro e dei vertici nazionali e regionali Cisl- ha individuato quali sono le priorità nelle politiche regionali e nazionali per rilanciare la capacità produttiva del territorio e tutelare non solo i livelli occupazionali, ma anche la partecipazione attiva dei lavoratori.
“In 89 casi di crisi su 247 – ha precisato la referente delle politiche per il lavoro e l’occupazione della Regione Veneto – sono stati siglati accordi tra le parti, che hanno portato ad una richiesta di cassa integrazione (ordinaria o straordinaria) che si è tradotta in un tiraggio effettivo di circa il 50%. Il Veneto dimostra così di preferire sempre il lavoro all’utilizzo degli ammortizzatori. Se tutti facessero come noi, lo Stato risparmierebbe e lo strumento degli ammortizzatori sociali sarebbe effettivamente usato per proteggere lavoratori e aziende , nei momenti di flessione e di bisogno.Sono, invece, molto preoccupata dei continui annunci – ha proseguito Donazzan – su ulteriori modifiche della legge sul mercato del lavoro: non abbiamo bisogno di reintrodurre l’articolo 18”.

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