Sui Caregiver piovono fondi

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Dopo la gaffe di Luca Zaia che era scivolato sull’inglese la Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore alla Sanità ed ai Servizi sociali, Manuela Lanzarin, ha approvato la delibera nella quale vengono stabiliti i criteri per la destinazione degli interventi di sollievo e sostegno stanziati per i caregiver familiari. I fondi, previsti con specifico DPCM dello scorso autunno, prevedono l’assegnazione nel Veneto di complessivi 5.424.184,16 euro. In dettaglio: 3.529.957,18 per il biennio 2018-19 e 1.894.226,98 per l’anno 2020.

“Il piano di indirizzo per il sostegno al ruolo di cura e assistenza proprio dei caregiver familiari è mirato al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività svolta dai numerosi congiunti delle persone non autosufficienti o con disabilità – sottolinea l’assessore Lanzarin -. Stiamo parlando di figure che, pur non identificabili in un ambito professionale, svolgono una mansione rilevante nella rete dei servizi sociosanitari. Sono, infatti, coloro che garantiscono la permanenza nel proprio domicilio di persone non autosufficienti. Un impegno gravoso, che si accompagna molto spesso a ricadute non banali nell’organizzazione del nucleo familiare e in ambito economico e sociale. Come tale merita di essere sostenuto”.
Il documento approvato contiene un programma condiviso con le associazioni più rappresentative delle persone con disabilità. Gli interventi di sollievo e sostegno destinato ai caregiver sono di diversa entità e sono erogati secondo criteri sia di carattere generale (come l’intensità del carico familiare nell’accudimento dell’assistito, la condizione di non autosufficienza e quella economica) sia specifici, legati all’ambito di intervento (tipologia di infermità, patologia ed handicap).

“Il provvedimento non solo è un adempimento ma è un atto in linea con gli indirizzi fondamentali di programmazione sociosanitaria regionale del Veneto – aggiunge l’Assessore – a cominciare da alcuni criteri determinanti: il monitoraggio del bisogno, la ricomposizione e focalizzazione delle risorse, la sussidiarietà e la sinergia, il welfare di iniziativa e di comunità, l’integrazione sociosanitaria e, infine, l’inclusione sociale”.

Per la ripartizione delle somme sono indicati gli stessi criteri impiegati per quella del fondo per la non autosufficienza ed è prevista l’acquisizione della certificazione ISEE (Indicatore di situazione economica equivalente) e la scheda di valutazione SVAMA (Scheda valutazione multidimensionale dell’adulto) o SVAMDI (Scheda valutazione multidimensionale delle persone con disabilità).