Spot di Coop fa infuriare gli agricoltori

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È di questi giorni il nuovo spot diffuso da Coop, con protagonista un carrello che ripulisce le spiagge dalla plastica, libera le galline da un pollaio infernale, disseta i braccianti africani in un campo, blocca i trattori che stanno irrorando i campi con un fertilizzante. Per l’ennesima volta si umiliano gli agricoltori facendoli passare per criminali. Ciò che emerge dallo spot, che ha come slogan “Una buona spesa può cambiare il mondo”, è l’immagine di un’agricoltura dedita al caporalato e al maltrattamento degli animali, a pratiche arcaiche e all’inquinamento diffuso, mentre c’è un carrello, quello di Coop, dalle doti magiche e salvifiche che distribuisce patenti etico-morali rigenerando il mondo. “La pubblicità è ingannevole, offensiva e rappresenta una situazione irreale, perché la nostra agricoltura è da tempo attenta al rispetto della salute del consumatore e dell’ambiente”, sostiene Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Verona, che sui social sono in nrivolta. “Migliaia di agricoltori producono, tutti i giorni, investendo nei loro allevamenti per il benessere degli animali e usando con scienza e coscienza i presidi sanitari nel rispetto delle regole. Migliaia di agricoltori che assumono e retribuiscono regolarmente i loro collaboratori. Ancora una volta si è persa l’occasione di presentare un’agricoltura vera, fatta di innovazione, ricerca, studio, sostenibilità ambientale, collaborazioni con la filiera e attenzione al territorio. Coop dovrebbe chiederci scusa. E sarebbe un piacere per noi aprire le porte delle aziende ai dirigenti del gruppo, che forse non hanno mai avuto modo di visitare un’azienda agricola”. Il presidente dei Giovani di Confagricoltura Verona boccia la strada imboccata da Coop, che sfigura di fronte ai progetti comunicativi portati avanti da aziende del calibro di Ram Trucks, Barilla, Peroni, McDonald’s, Latteria Soresina e molte altre, tutte orientate verso un racconto costruttivo e rispettoso del prezioso legame tra agricoltura, distribuzione e società nell’ottica di creazione di un sincero legame di impresa, che noi amiamo chiamare filiere intelligenti. “Coop si chiede se una spesa possa cambiare il mondo”, conclude Piergiovanni Ferrarese. “Forse è possibile, ma una cosa è certa: noi possiamo decidere di cambiare supermercato”.

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