Siccità, l’Alto Adige “disseta’’ il Veneto

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Il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, e in coordinamento con gli operatori trentini, ha modificato i programmi di produzione delle diverse centrali idroelettriche in modo tale da garantire portate costantemente più elevate anche nel fine settimana, garantendo la continuità dell’approvvigionamento di acqua potabile in Veneto.
“Ben venga questo primo atto di collaborazione all’interno delle comunità dell’arco alpino- ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia- visto e considerato che il dramma della siccità porta con sé due problemi: il primo è la mancanza di precipitazioni e la richiesta dell’utilizzo di invasi montani, il secondo è il rischio che l’acqua del mare risalga alle foci dei fiumi, impedendo agli agricoltori di poter sfruttare la risorsa idrica, dato che l’acqua salata brucia le coltivazioni. La decisione assunta dall’Alto Adige, che ringrazio, spero possa mitigare per quanto possibile una situazione tragica – conclude il Governatore del Veneto -, in attesa che il Governo prenda una decisione nel senso di dichiarare lo stato di emergenza per la siccità. Resta in ogni caso sempre valido l’invito a non sprecare una risorsa quanto mai preziosa’’.
Lo scenario nel distretto Padano che, visti i nuovi indicatori comunicati dai territori, si fa obbligatoriamente “rosso” prevederebbe lo stop totale ed immediato dei prelievi, ma la proposta di area vasta presentata dal Segretario Berselli e uscita dall’incontro tecnico dell’Osservatorio propone un provvedimento transitorio per equilibrare in modalità sussidiaria l’uso della risorsa rimasta: -20% dei prelievi per continuare comunque l’irrigazione e garantire risorsa al Delta che vede una risalita di acque dal Mare Adriatico arrivata oggi a oltre 21 km. Nuovo incontro a Parma il 29 Giugno.
Alcune regioni (Piemonte e Emilia-Romagna) hanno già inoltrato la richiesta al Governo Draghi dello stato di emergenza alla luce anche del protocollo sugli impieghi che per legge prevede dapprima quelli civili per le forniture del comparto idropotabile, poi quello agricolo, poi via via tutti gli altri.
“L’imperativo categorico – sottolinea il segretario generale di ADBPo-MiTE Meuccio Berselli –è salvaguardare come raccomandato dalle direttive comunitarie la portata del Grande Fiume attuando rapidamente tutte le azioni possibili’’.