RIFIUTI SPECIALI SOTTO LA PEDEMONTANA

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Spuntano sacchi di rifiuti speciali sotto il cantiere 81B della Pedemontana, a Trissino, in provincia di Vicenza. Sul bianco delle “Big Bags”spiccano, la R nera su sfondo giallo dei rifiuti speciali e la sigla HP7 dei rifiuti cancerogeni. “Parliamo di 270 metri cubi di plastica, nylon, cemento ed amianto, interrati illegalmente nel cantiere”, attacca Elena Mazzoni, esponente di La Sinistra. Questo episodio si unisce alle novecento tonnellate di sostanze illegali scoperte a Vicenza a marzo, alle novemila tonnellate sotterrate nelle strade dell’Alto Polesine e all’allarme lanciato da Legambiente sul legame tra le ecomafie ed il ciclo dei rifiuti in Veneto. Ma la Giunta Regionale che ha diffuso un comunicato della Struttura di Progetto del Superstrada Pedemontana Veneta (Spv) invita a non fare allarmismi. Il rinvenimento, si legge nella nota, è avvenuto il 25 maggio 2015, durante le attività di scavo della trincea dell’infrastruttura in Comune di Trissino, a nord-est del centro abitato. Sono state immediatamente interrotte le lavorazioni di scavo per avviare tutte le necessarie e preventive autorizzazioni prima della rimozione. Il materiale, non essendoci evidenze di potenziale contaminazione in quanto materiale inerte, è stato lasciato in giacenza ove rinvenuto. L’area è stata recintata chiudendo eventuali varchi d’accesso, così come previsto dalla normativa. Tempestivamente lo stesso giorno sono stati informati dell’avvenuto rinvenimento la Regione del Veneto, la Provincia di Vicenza, il Comune di Trissino, la Prefettura di Vicenza, il Dipartimento Provinciale ARPAV di Vicenza, l’ARPAV-Servizio Osservatorio Suolo e Bonifiche. Successivamente si è provveduto ad effettuare un campionamento congiuntamente con ARPAV dell’Osservatorio Regionale Rifiuti (ORR) al fine della caratterizzazione. Si tratta di materiali interrati derivanti da piccole manutenzioni civili (cemento, pali in cemento per vitigni, coperture) e per l’agricoltura (sacchi in nylon, contenitori in plastica, ecc.) oltre a frammenti di cemento-amianto molto ridotti. In sostanza, qualche cittadino poco sensibile alla sorte del proprio territorio, ha sotterrato i rifiuti derivanti da qualche lavoro di demolizione e agricolo anziché portarlo a discarica. Le risultanze analitiche hanno dato esiti di concentrazioni di amianto inferiori a 100 mg/Kg. I rifiuti pertanto potevano essere avviati a recupero o smaltimento presso una discarica per rifiuti inerti e/o non pericolosi. Il Commissario, l’ingegner Silvano Vernizzi già il 6 aprile 2016 ha approvato il Piano Operativo per la gestione dei materiali antropici rinvenuti. Ma il consigliere regionale dei grillini, Manuel Brusco non ci sta.” Vogliamo continuare a costruire le autostrade in mezzo alle discariche? Io e i miei colleghi indagheremo su questo episodio. La salute e la sicurezza dei veneti non può essere sottoposta al profitto di alcuni”, ha concluso il consigliere pentastellato.

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