Povertà energetica per 118mila famiglie

0
233
PAOLO ZABEO CGIA MESTRE

Sono quasi 118.000 le famiglie venete in povertà energetica (PE). Stiamo parlando di 267 mila persone che nel 2021 vivevano in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici bianchi. I nuclei familiari più a rischio sono costituiti da un elevato numero di persone, si trovano in condizioni di disagio economico e le abitazioni in cui vivono sono in cattivo stato di conservazione. A livello territoriale la situazione più critica si verifica in Calabria, dove il 16,7 per cento delle famiglie, composte da 304.675 individui, si trova in condizioni di PE. Seguono la Puglia (16,4 per cento), il Molise (16 per cento), la Basilicata (15 per cento) e la Sicilia (14,6 per cento). Il Veneto si colloca nella parte bassa della graduatoria con un’incidenza delle famiglie in PE del 5,6 per cento. Le regioni, invece, meno interessate da questo fenomeno sono la Lombardia (5,3 per cento delle famiglie totali), la Liguria (4,8 per cento) e, in particolar modo, le Marche (4,6 per cento). Il dato medio nazionale è pari all’8,5 per cento ed è in crescita dello 0,5 per cento rispetto al 2020. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha elaborato i dati ripresi dal Rapporto OIPE 2023. Per il Veneto questi risultati non sono particolarmente preoccupanti, ma nemmeno da trascurare, anche perché sono certamente sottodimensionati, poiché riferiti a prima dello shock energetico scoppiato nel nostro Paese a inizio del 2022. Le principali condizioni professionali del capofamiglia che si trovano in PE sono, in linea di massima, tre: disoccupato, pensionato solo e in molti casi, sottolinea la CGIA, gli occupati come lavoratori autonomi. Va infine sottolineato che le famiglie più a rischio PE, anche a Nordest, sono quelle che utilizzano il gas/metano quale principale fonte di riscaldamento. Coloro che invece utilizzano altri combustibili (bombole a gas, pellet, gasolio, legna, kerosene), presentano valori percentuali di rischio più contenuti. In questo biennio i governi Draghi e Meloni hanno introdotto alcune misure di contenimento della spesa per le bollette di luce e gas per famiglie e imprese di oltre 91 miliardi di euro. L’esecutivo in carica ha annunciato che i provvedimenti ancora in vigore e destinati a decadere il prossimo 30 settembre saranno prorogati nel Consiglio dei Ministri. Va altresì ricordato che, invece, è scaduta lo scorso mese di giugno la misura che prevedeva crediti d’imposta al 40 e al 45% per le aziende che avevano registrato incrementi di prezzo in bolletta superiori al 30% rispetto al 2019.