Posti di lavoro, parte il recupero

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“Prosegue in Veneto il lieve recupero dei posti di lavoro dopo le fasi più acute della crisi dettata dagli effetti dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Nel mese di aprile si è registrato un saldo occupazionale positivo per 5.900 posti di lavoro e dall’inizio dell’anno se ne contano circa 18.000 in più. Si tratta di un bilancio nettamente migliore rispetto a quello registrato un anno fa, quando tra marzo e aprile erano andati persi oltre 15.000 posti di lavoro, ma ancora lontano dai livelli pre-crisi del 2019. Nell’analisi dei dati resta tuttavia da considerare l’impatto delle misure di tutela dell’occupazione, che ancora contribuiscono a restituire un’immagine deformata del mercato Così l’assessore regionale al lavoro del Veneto Elena Donazzan commenta quanto emerge dai dati della Bussola di Veneto Lavoro relativi ai pLe assunzioni si confermano in calo del 34% rispetto al 2019, che, a fronte dell’anomalo andamento occupazionale del 2020, si rivela il periodo di paragone più idoneo per ottenere indicazioni attendibili sulle attuali dinamiche del mercato del lavoro regionale. Nel mese di aprile il calo risulta più marcato (-43%) a causa dei ridotti movimenti turistici in occasione di una Pasqua ancora soggetta a limitazioni. Riduzione marcata anche per le cessazioni, soprattutto per quanto riguarda i licenziamenti economici collettivi (-76% rispetto al 2019) e individuali (-61%), e quelle dovute alla fine dei contratti a termine, ridottesi nel 2021 a causa del minor numero di stipule.
I contratti a tempo indeterminato, protetti da cassa integrazione e divieto di licenziamento, hanno segnato nell’ultimo anno un calo costante ma contenuto e si sono mantenuti in terreno positivo nonostante prosegua ancora la flessione delle assunzioni (-8% nel 2021), mentre i contratti a termine, sia stagionali che non, sono quelli su cui si è scaricato tutto il peso delle diverse fasi di chiusura. mi quattro mesi del 2021.
Turismo e commercio, ancora soggetti a restrizioni, restano i settori più colpiti e registrano un calo delle assunzioni rispettivamente del 78% e del 39% rispetto al 2019. Male anche editoria e cultura (-79%), servizi di vigilanza (-33%) e industria conciaria (-32%). Nel mese di aprile, tuttavia, i settori manifatturieri e le costruzioni hanno fatto registrare segnali incoraggianti. Sul fronte dei saldi occupazionali, bilanci negativi si registrano solo nell’industria tessile, nella concia, nei servizi turistici e nei servizi di vigilanza. Alcuni comparti, quali macchine elettriche, chimica-plastica, servizi informatici e attività professionali, mostrano risultati migliori anche rispetto al 2019.
Le province ad elevata propensione turistica sono ancora quelle che denotano le maggiori difficoltà: a Venezia si registra una flessione della domanda di lavoro pari al 18% rispetto al 2020 e del 61% rispetto al 2019, a Verona la contrazione è rispettivamente del 6% e del 35%. Il saldo del periodo gennaio-aprile è positivo in tutte le province venete tranne a Belluno, ma su valori comunque inferiori rispetto al 2019. “Segnali incoraggianti si intravvedono sul fronte economico – continua DonPer il Veneto, il PIL è visto in aumento del 5,5% nel 2021 e del 4,5% nel 2022. Preoccupa però la forte inflazione e l’enorme rincaro delle materie prime: un combinato disposto che rischia di impoverire la società ed abbassare il potere d’acquisto di famiglie e imprese”.azzan -.