OMICIDIO-SUICIDIO LA VERITÀ IN DUE LETTERE

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Due scritti, vergati con calligrafia malferma, lasciati con l’intento di spiegare e rivolgere alcune richieste. In uno dei due biglietti, Paolo Chiarioni parla del gesto che avrebbe compiuto: uccidere la madre Leda Bianchi, di 88 anni, per poi togliersi a sua volta la vita. L’anziana è stata soffocata nel suo letto con un cuscino, il figlio si è poi suicidato infilando la testa in un sacco di plastica e chiudendolo al collo con un cavo elettrico. Il 65enne ex edicolante di Santa Maria Maddalena, fratello maggiore del sindaco di Occhiobello Daniele Chiarioni, in un biglietto indica le ultime volontà, mentre nell’altro descrive in qualche modo, quali sono le motivazioni che lo hanno portato a compiere l’atto estremo e disperato, spiegando di come il peso della situazione che si era venuta a creare, accollandosi interamente il compito di accudire l’anziana a malata madre, fosse divenuto troppo gravoso per lui. Un atto di autoaccusa e l’invito a non indagare sulle due morti. Le indagini, invece, sono ancora in corso, nonostante la ricostruzione di quanto avvenuto all’interno della villetta di via Lama, indicativamente fra le 9 e le 10 di mercoledì mattina appaia già sufficientemente chiara. Il pm Sabrina Duò, che ha aperto un fascicolo per “atti relativi ai decessi”, ha comunque disposto accertamenti approfonditi per non lasciare nulla di intentato.

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