Morti sul lavoro in calo, ma allo Spisal calano gli stipendi

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Sono 35 gli infortuni mortali accaduti sul lavoro in Veneto nei primi 8 mesi di quest’anno. Il dato arriva dall’Osservatorio Sicurezza Lavoro di Vega che ne certifica anche una riduzione del 30% dei casi rispetto al 2018. Guardando alle aree territoriali, l’area più pericolosa per la vita dei lavoratori è, in assoluto, Vicenza con 12 eventi mortali. Un numero che porta la provincia berica al settimo posto nella classifica delle maglie nere nazionali dopo Roma, Napoli, Brescia, Milano, Torino e Foggia ( ma al 26imo posto come indice di incidenza sul totale degli occupati). Dopo Vicenza troviamo Verona (9 casi), Padova (5 casi), Rovigo, Treviso e Venezia con 3 casi per territorio mentre Belluno è tra le 12 province italiane dove, alla data del 31 agosto, non si è registrato alcun decesso. Articolato il commento di Gianfranco Refesco, segretario Cisl Veneto “Il calo dei morti sul lavoro è un segnale che ci incoraggia e motiva a sostenere con maggior forza l’obiettivo “zero morti”, un risultato perseguibile se da parte della Regione di agisse in coerenza con il Piano Strategico di luglio 2018. Dobbiamo invece rilevare che si va in senso opposto quando si riducono gli stipendi agli ispettori degli SPISAL e si smantella, un pezzo alla volta, l’Ufficio Prevenzione”.

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