Morti sul lavoro, cronaca annunciata

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Le cause degli incidenti mortali nei due settori in assoluto più a rischio, l’agricoltura e l’edilizia, sono note e ricorrenti: dei 163 infortuni mortali verificatisi nel settore agricolo in Veneto negli ultimi 9 anni, dal 2012 al 2021, ben 110 sono stati causati dal ribaltamento del trattore. Nello stesso periodo in edilizia 49 infortuni mortali su 88 sono stati causati da cadute dall’alto. Ogni nuovo decesso che ricalchi questi schemi noti rappresenta, come diciamo sempre come Sindacato, una morte annunciata. Perché, allora, non si riescono a fermare queste stragi?
A questa domanda ha provato a rispondere la due-giorni di informazione e formazione voluta dal prefetto di Verona Donato Cafagna alla quale hanno partecipato tutte le istituzioni competenti (Inail, Inps, Spisal, Ispettorato del Lavoro), le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, i responsabili aziendali per la sicurezza.A lavorare contro i controlli e il rispetto delle regole è innanzitutto l’estrema frammentazione di questi due settori di attività, formati da migliaia e migliaia di piccole o micro aziende. Non è forse un caso se sette dei nove infortuni mortali ufficialmente censiti in questa prima parte del 2022 a Verona hanno riguardato lavoratori autonomi. E cinque dei nove sono accaduti in ambito agricolo.
Un altro fattore di criticità è rappresentato dalle filiere lunghe, che finiscono per scaricare costi e rischi sull’ultimo anello della catena, quello più debole. Nell’ultimo anno a Verona, a fronte di di 14 mila referti di pronto soccorso attestanti un infortunio di lavoro nel settore agricolo o edile si sono registrate soltanto 6 mila denunce. In molti casi sulle mancate denunce pesa la condizione di debolezza, quando non di vera e propria ricattabilità, in cui si trovano tanti lavoratori o lavoratrici specie se stranieri. Indicativo, in questo senso, che nel settore dell’edilizia l’80% delle denunce di infortunio avvenga da parte di lavoratori italiani. Forse gli stranieri denunciano meno per paura di perdere il lavoro e con esso (secondo le regole della legge sull’immigrazione Bossi-Fini) anche il diritto al permesso di soggiorno?
A livello nazionale quasi un quarto del lavoro agricolo è sommerso, non in regola o del tutto in nero. In generale l’evasione contributiva costa alle casse dello stato il 4,9% del Pil pari a 12 miliardi di euro all’anno.
Infine la Commissione ha inviato un’azione che prevede incontri nelle scuole.