Lupi e orsi, serve una soluzione urgente

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“Predazioni, incontri e avvistamenti di lupi e orsi sono ormai all’ordine del giorno anche nelle nostre montagne. È necessario intervenire, e muoversi assieme con le altre Regioni e Province autonome dell’arco alpino per trovare una soluzione attesa da tempo, confidando di poterla raggiungere insieme. Bisogna agire in fretta per scongiurare nuovi incidenti e per salvare le attività e il turismo delle zone coinvolte”.
Così interviene l’assessore regionale alla Caccia Cristiano Corazzari che ha incontrato, su iniziativa della Provincia Autonoma di Bolzano, le Regioni e province autonome dell’arco alpino con l’obiettivo di discutere un approccio comune alla gestione dei grandi carnivori.
“La riproduzione eccessiva di lupi ed orsi comporta molte criticità per le aree montane – prosegue Corazzari – Cresce la preoccupazione non solo degli abitanti e degli agricoltori ma anche dei turisti, con evidenti riflessi sull’attività economica di interi comprensori. Una prima questione, in considerazione dell’evoluzione numerica della specie in ambito alpino, riguarda la richiesta all’Unione europea di rivedere il grado di protezione accordato al lupo, come avvenuto recentemente per altri Paesi”.
L’assessore Corazzari annuncia che le Regioni presenteranno in sede di Conferenza Stato Regioni le rispettive proposte in occasione dell’esame del Piano di gestione del lupo. In sede di Commissione Politiche Agricole, gli assessori hanno sospeso la valutazione del Piano per approfondire alcune questioni con il Ministero dell’Ambiente e il sottosegretario Claudio Barbaro relative alla necessità di concordare Protocolli locali che contengano tutte le misure fino alla rimozione, individuare indicazioni efficaci per la gestione dei “lupi ibridi” e la definizione di “lupo dannoso” ma soprattutto per individuare le risorse finanziarie necessarie.
“Soluzioni efficaci – conclude l’assessore alla Caccia -possono essere raggiunte solamente attraverso la gestione della popolazione animale nel suo complesso, mediante un piano di gestione nazionale effettivo, in modo che il numero di grandi carnivori sia correlato all’effettiva capacità di carico dell’habitat esistente e alle attività presenti sul territorio. La pianificazione potrà essere anche efficacemente delegata a livello regionale, considerate le peculiarità dei diversi territori, talvolta così diversi da costituire un ostacolo al successo di misure nazionali uniformi e quindi non in grado di garantire un controllo efficace dei grandi predatori.