L’invidia è cattiva consigliera. A fianco dell’imprenditore: un sentimento diffuso.

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Il peccato dell'invidia nell'inferno dantesco
Il peccato dell'invidia nell'inferno dantesco

L’invidia cattiva consigliera?

L’invidia è forse uno dei sentimenti più diffusi tra gli esseri umani e rappresenta un esempio della vasta gamma e complessità delle emozioni con le quali ogni giorno entriamo in contatto.

Ma che cos’è veramente l’invidia e perché la proviamo?

L’invidia è un sentimento connesso al desiderio di volere qualcosa, oggetto o qualità, che appartiene a qualcun altro, nei confronti del quale, a causa di questa forte emozione che ci suscita, proviamo un dispiacere tale nel non possedere quella dote, cosa o caratteristica da sperimentare rabbia o frustrazione. L’invidia è dolorosa, infatti, come ha mostrato uno studio condotto da un team di scienziati giapponesi che ha analizzato con la risonanza magnetica funzionale cosa accadeva nel cervello dei partecipanti, a cui veniva chiesto di immedesimarsi in situazioni con diversi personaggi. Di fronte a quelli simili a loro, ma più brillanti su aspetti per loro rilevanti, scattava l’invidia. E nel loro cervello aumentava l’attivazione della corteccia cingolata anteriore dorsale: tanto maggiore quanto più intensa era l’invidia che il partecipante diceva di provare.

L’invidia però non è solo questo. Dietro ad una persona invidiosa, infatti, si cela spesso un individuo con una bassa autostima che non si sente all’altezza delle situazioni o delle persone che incontra. Si prova soprattutto per chi è simile, per le persone che si considerano paragonabili come condizioni di partenza. Per una donna è bruciante il confronto con la conoscente bella e corteggiata, più che quello astratto e “sproporzionato” con una top model; si invidia il collega che è stato promosso, non il direttore generale.

Questo “deficit’’, porta la persona che prova invidia ad attuare dei meccanismi negativi nei confronti della persona invidiata. Una delle espressioni più comuni del sentimento dell’invidia è sicuramente la denigrazione dell’altro. Sminuendone il merito o il valore e screditandolo, la persona invidiosa cerca di curare la sua ferita legata alla mancanza di stima verso sé stesso in primis e di quello che fa, che non sarà mai visto allo stesso livello dell’altro.

Quando ci troviamo in una situazione di questo tipo la domanda che ci dovrebbe sorgere spontanea è la seguente: cos’è che della persona che ho davanti mi attira e che cosa vorrei possedere anche io?

Una volta individuata la caratteristica desiderata ciò che si deve fare per trasformare il sentimento di invidia in una qualità positiva è sicuramente capire cosa ci manca per ottenere quella dote e che strategia dobbiamo adottare per ottenerla.
Questo metodo ci permetterà di capire sì la potenzialità dell’altro, ma ci permetterà anche di accorgerci dei nostri limiti e di che cosa dobbiamo fare per superarli.

La persona che invidiamo ha un lavoro di successo, mentre noi ci sentiamo frustrati e fermi allo stesso punto da troppo tempo ormai? Chiediamoci: come fare per sbloccare questa situazione?

Una soluzione potrebbe proprio stare nel comportamento dell’altro che, se visto non più in un’ottica di antagonista, ma di opportunità, può diventare il miglior esempio di miglioramento per noi stessi. In questo modo, inoltre, ciò che inizieremo a provare nei confronti dell’altro non sarà più legato ad un’idea o ad un sentimento negativo, ma associato ad un’emozione positiva che tutti conosciamo con il termine di ammirazione.

Tiziana Recchia
Fondatrice, titolare e amministratrice di Cassiopea. Da oltre 30 anni e business e life coach, si occupa di formazione e supporta le aziende nei momenti di cambiamento. Collabora con la redazione de “La Cronaca” per portare il suo punto di vista esperto nel mondo del business.

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