Lavoro a termine e assunzioni “genuine’’

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Si rafforza in Veneto il ricorso al lavoro a termine. Nell’ultimo decennio la dinamica complessiva delle attivazioni di rapporti a tempo determinato ha infatti registrato una costante crescita, interrotta solo dall’insorgere della pandemia, e nel corso del 2022 le assunzioni con questa tipologia contrattuale hanno superato quota 550 mila, interessando complessivamente oltre 373 mila lavoratori nel corso dell’anno. Circa la metà delle assunzioni complessive fa riferimento a situazioni specifiche: un quarto del totale è infatti costituito da assunzioni riferite ad attività stagionali, il 13% alla Pubblica Amministrazione, il 7% sono contratti di sostituzione e il 4% contratti a tempo determinato non stagionali in agricoltura. Le assunzioni a termine “genuine”, ovvero non legate a specifiche fattispecie o soggette a diversa disciplina e per questo generalmente destinatarie delle modifiche normative introdotte nel corso degli anni in materia di lavoro a termine, sono state nel 2022 circa 278 mila e hanno interessato 215 mila lavoratori, tornando così su livelli significativi dopo che le restrizioni introdotte dal “Decreto Dignità” prima e la pandemia poi ne avevano determinato una forte riduzione. Negli anni si è inoltre osservata una progressiva crescita delle trasformazioni a tempo indeterminato: nel 2021, su 241.500 assunzioni a tempo determinato, 60.600 si sono successivamente trasformate in rapporti a tempo indeterminato, ovvero circa un quarto del totale. Negli ultimi anni, i contratti a tempo determinato “genuini” che hanno superato i 12 mesi di durata effettiva si sono stabilmente attestati attorno alle 20 mila unità, con l’eccezione del biennio 2016-2017 quando hanno raggiunto, rispettivamente, quota 29.400 e 41.400. Nel 2020 sono stati circa 21.400, mentre i dati parziali del 2021 segnalano 17 mila contratti di durata superiore ai 12 mesi. Tornando ai rapporti di lavoro a termine nella loro totalità, Venezia e Verona, trainate dalla stagionalità turistica e dell’agricoltura, sono i territori in cui l’incidenza di tale tipologia contrattuale è maggiore e dove si concentra oltre la metà delle assunzioni a tempo determinato registrate complessivamente nel 2022 (rispettivamente 146 mila e 138 mila). Nella maggior parte dei casi si tratta di contratti con durata prevista compresa tra 1 e 6 mesi (52%), mentre il 7% del totale sono contratti giornalieri, soprattutto in caso di sostituzione o nel comparto turistico. I contratti stagionali interessano prevalentemente l’agricoltura e il settore turistico, e sono particolarmente utilizzati nelle province di Belluno, Verona e Venezia. Nel 2022 hanno raggiunto il loro livello massimo, con quasi 140 mila assunzioni e 107.600 lavoratori coinvolti, circa il 30% del totale assunti con contratto a tempo determinato. Nella Pubblica Amministrazione si sono registrate 73 mila assunzioni, molte delle quali nell’ambito dell’istruzione pubblica, mentre più marginale è l’incidenza dei contratti a termine per sostituzione temporanea di altri lavoratori (37 mila assunzioni) e delle assunzioni non stagionali in agricoltura (27 mila nel 2022), che nella maggior parte dei casi sono comunque fortemente condizionate dalle dinamiche stagionali che caratterizzano il settore e risultano particolarmente rilevanti nelle province di Rovigo e Treviso.