Distano solo 30 chilometri, ma la differenza del reddito complessivo medio Irpef dei contribuenti residenti in questi due comuni bellunesi è “siderale”: a Cortina d’Ampezzo, il comune più ricco tra i 563 presenti in Veneto, ciascun contribuente residente nella perla delle Dolomiti dichiara 30.999 euro, in quello più “povero” della nostra regione, ovvero Zoppè di Cadore, solo 12.422 euro. L’elaborazione è stata realizzata dall’Ufficio studi della CGIA che ha preso in esame le dichiarazioni dei redditi 2021 in possesso del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tra i 7.904 comuni presenti in Italia, va altresì segnalato che nella graduatoria nazionale Cortina si colloca al 50° posto, mentre Zoppè di Cadore occupa il 7.662esimo. Nelle ultime 10 posizioni della nostra regione troviamo il Comune di Selva di Progno (VR) con 16.935 euro, Lastebasse (VI) con 16.826 euro, Papozze (RO) con 16.689 euro, Piacenza d’Adige (PD) con 16.591 euro, San Mauro di Saline (VR) con 16.233 euro, Castelbaldo (PD) con 16.005 euro, Porto Tolle (RO) con 15.774 euro, Velo Veronese (VR) con 15.638 euro, Villanova Marchesana (RO) con 15.618 euro e, infine, come detto più sopra, Zoppè di Cadore (BL) con 12.422 euro. Dopo Cortina d’Ampezzo, i “paperoni” del Veneto abitano nel comune di Monteviale (VI) con un redito di 30.067 euro, Treviso con 29.435 euro, Padova con 29.405 euro e Noventa Padovana (PD) con 29.033 euro. Gli altri comuni capoluogo di provincia seguono più sotto. Verona è all’11° posto della graduatoria regionale con un reddito medio Irpef di 26.916 euro, Vicenza è al 23° con 26.443 euro, Belluno al 25° con 26.366 euro, Rovigo all’82° con 24.172 euro e Venezia all’89° con 24.058 euro. Il comune lagunare è tra le amministrazioni dei capoluoghi di regione del Centronord d’Italia che presenta il livello di reddito più basso. Questi dati, così come quelli di grandissima parte delle regioni del Centronord, vedono le piccolissime realtà di montagna in grande difficoltà, anche perchè negli ultimi 30-40 anni hanno subito un progressivo spopolamento e un forte invecchiamento della popolazione rimasta. E visti i limiti del centralismo che hanno sicuramente contribuito a “dividere” il Paese, non è da escludere che con una decisa accelerazione verso l’autonomia differenziata, in tempi ragionevolmente brevi si potranno accorciare le distanze economiche/sociali tra il Nord e il Sud, ma anche tra i territori di una stessa regione.