Il Veneto resta il laboratorio per gli istituti tecnici superiori

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Nove giovani su dieci al lavoro appena dopo gli studi. È la formazione il fattore chiave per portare i talenti nelle aziende e trattenerli. La Regione Veneto – come si legge sul Rapporto Nordest del Sole 24 Ore – ha scommesso con convinzione sugli Its (Istituti tecnici superiori) che si stanno dimostrando sempre più un porta aperta sul mondo del lavoro per chi esce dalla scuola secondaria superiore e una valida alternativa all’università. I percorsi di formazione professionale di queste Academy mirano a soddisfare la domanda delle imprese che chiedono nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche, e sono fortemente orientati all’applicazione pratica in azienda, all’innovazione e allo sviluppo 4.0. Il legame con le aziende nasce fin da subito: ciascun semestre comprende attività teorica, pratica e di laboratorio, gli stage aziendali – anche all’estero – sono obbligatori per almeno il 30% della durata del monte ore e i docenti provengono per almeno il 50% dal mondo del lavoro. Su 61 corsi definiti di “eccellenza” dall’ultimo monitoraggio annuale nazionale di Indire-Miur, uno su cinque è veneto. Al primo posto assoluto nella classifica dei 139 percorsi nazionali si è classificato l’Its “Last” con il suo corso per “tecnico superiore dei trasporti e dell’intermodalità”. In tutto in regione sono state costituite, a partire dal 2009, sette Fondazioni (cui partecipano scuole, enti di formazione, imprese, università e centri di ricerca, enti locali).
In generale, l’attenzione sulla formazione sta facendo nascere alleanze, collaborazioni, nuovi corsi. Due settori specifici sono quelli del calzaturiero e dell’occhialeria, ciascuno dei quali può ora contare su un proprio Politecnico.
Formazione fattore chiave per affrontare le trasformazioni dei distretti produttivi e delle imprese. Un po’ fabbrica che non c’è, un po’ fabbrica diffusa: l’industria della luce nel Veneto è una costellazione di piccole, piccolissime imprese specializzate che concentra mestieri antichi (la lavorazione del vetro e dei metalli, soprattutto) e creatività contemporanea. Ci sono i grandi marchi che vendono in tutto il mondo, spesso soltanto editori, o al massimo assemblatori, dei loro prodotti, privi di impianti produttivi al proprio interno. E ci sono le imprese artigiane che lavorano i materiali e i componenti da assemblare per creare gli apparecchi di illuminazione. Questa combinazione dalla tradizione secolare – che affonda le radici nell’antica arte del vetro di Murano, utilizzato per lampade e lampadari – fa di questa regione il territorio con la maggior presenza di aziende del settore dopo la Lombardia. Il 24% delle società ha sede nel Veneto, in particolare nel “distretto della luce” che si espande tra Venezia e Treviso.
Interessante anche l’esperienza della Biovalley (scienze della salute e della vita) che prepara lo sbarco in Borsa con il crowdfunding. Inoltre, il presidente Sandro Parisotto fa il punto sulle strategie dell’azienda familiare di Asolo specializzata in calzature da montagna alla vigilia della presentazione all’Ispo di Monaco di Baviera dei nuovi prodotti.

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