IL TRIBUNALE NON HA SPAZIO “C’E’ RISCHI IMPLOSIONE”

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Un pasticcio tutto all’italiana rischia di mettere in seria difficoltà il funzionamento del palazzo di giustizia di Treviso. Da due anni il tribunale ha chiesto al ministero approvare un piano per occupare nuove aule e nuovi uffici all’Ap­piani, con il sostegno del Comune. La richiesta non ha mai ottenuto risposta. Ad averla avuta però, dopo mesi di insistenze, è stata la domanda di nuovi organici chiamati a rincalzare le assenze e le croniche mancanze di una struttura crescita nel tempo sia per impegno che per area di competenza. Risultato? Quando i nuovi arrivi entreranno i servizio, non avranno uffici e scrivani e per farlo. E, paradosso nel paradosso, nemmeno assistenti per coadiuvare il loro lavoro visto che le “nuove assunzioni” non copriranno i buchi sofferti oggi. il presidente del Trib­unale Aurelio Gatto scrisse al Ministero mettendo sul piatto l’offerta di Ca’Sugana: 400 metri quadrati all’Appiani, senza pagamento del canone di affitto “abbonato” dal Comune e solo 22mila euro l’anno di oneri per il ministero. Obiettivo? Allocarvi gli uffici dei giudici di pace e altri servizi liberando spazi in via Verdi «Ad oggi non abbiamo ottenuto nessuna risposta» dice sconsolato Gatto, «e il Com­une ha deciso di ritirare la sua disponibilità». Il Tribunale è rimasto con il cerino in mano; ma se fino ad oggi ha potuto gestire il problema trasformando vecchie aule in uffici e stringendosi negli spazi concessi dal palazzo costruito negli anni Ottanta, «ora rischia concretamente di andare in sovraffollamento» sottolinea anche il procuratore di Treviso Michele Dalla Costa.

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