Il Marco Polo Project parte da Venezia

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Un viaggio tra due mondi alla scoperta delle differenze che avvicinano i popoli. È questo Marco Polo Project, iniziativa che intende promuovere lo scambio culturale tra due mondi apparentemente distanti come Oriente e Occidente attraverso l’arte, il cinema, la musica e la letteratura. Un progetto che fa proprio lo spirito del viaggiatore per antonomasia, il veneziano Marco Polo da cui prende il nome. Una iniziativa che vede la partecipazione di artisti, scrittori, musicisti e poeti dei due mondi, nata da un’idea di due amiche: Darya Garekani, filosofa e sociologa nata a Teheran e residente a Roma, oggi presidente di Marco Polo Prject, e Orietta Trevisanato, veneziana, fondatrice di Blue Knowledge Association, realtà senza scopo di lucro che sostiene attività di promozione culturale e sociale per il miglioramento della vita dei paesi in difficoltà. Due donne innamorate della loro terra che, incontrandosi, hanno scoperto come l’universalità del linguaggio di tutte le forme artistiche sia in grado di abbattere inutili barriere. L’obiettivo principale di Marco Polo Project è quello di far comunicare i due mondi, di connetterli attraverso l’arte, la musica e il cinema. E proprio con la settima arte comincia il cammino di Marco Polo Project. Sarà infatti la 76^ Mostra del Cinema di Venezia ad ospitare alcune delle principali attività 2019 dell’associazione, tra cui rivestirà un ruolo di primaria importanza la presentazione che si terrà presso l’Hotel Excelsior mercoledì 4 settembre, alle ore 16.00. L’evento racconterà l’ambizioso progetto di collaborazione per la realizzazione del film “Sishu. La via della Vita”, della regista Anahid Abad, già autrice di “Yeva”, opera del 2017 che verrà proiettata il 3 settembre 2019 all’interno del Venice Production Bridge della Mostra del Cinema di Venezia. Una collaborazione che intende sostenere la cultura armena anche grazie alla partecipazione degli imprenditori italiani che vorranno aderire all’iniziativa. Come diceva Ingmar Bergman, infatti, “Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima”, un pensiero che spiega perfettamente la volontà di Marco Polo Project di promuovere e realizzare l’opera cinematografica della regista armena: “Shishu è anzitutto una storia d’amore – spiega Darya Garekani – l’amore che non riconosce nessuna restrizione, che non teme le appartenenze geografiche né quelle religiose. Sishu è anche il nome del protagonista che, nella traduzione italiana, porta con sé il significato e il senso stesso del film: seta. Come la seta nasconde e rivela in un gioco di luci e ombre persone e luoghi, così nella vicenda vela e svela paure, segreti, ansie dei protagonisti che rappresentano un universo multiculturale e multietnico. E quale luogo è più adatto della città di Venezia per gridare un inno all’amore? Per questo Marco Polo Project intende sostenere la produzione di questo film che è un piccolo omaggio a Venezia e al suo degno rappresentante Marco Polo, un esploratore che, mosso dall’amore della conoscenza, intraprende un viaggio alla scoperta della Via della seta percorrendo la Persia, l’odierno Iran, per approdare in Cina. Una storia che oggi vogliamo continuare per rinnovare quel legame tra culture che è l’obiettivo del nostro progetto”. Marco Polo Project incarna lo spirito del navigatore veneziano, che supera il valore del viaggiare. E’ l’amore per un territorio e la voglia di poterlo trasmettere conoscendo altri mondi culturali. In questo senso è stata vincolante la scelta del linguaggio cinematografico come strumento che “colpisce le stanze dell’anima”. Muovere le sensazioni e le emozioni, questo è lo spirito di Marco Polo, che trasportando merci, trasporta un commercio di emozioni e di sentimenti.

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