I veneti? Tra i meno sedentari d’Italia

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I cittadini veneti sono tra i meno sedentari d’Italia (al terzo posto dopo Bolzano e Trento). Ciò nonostante, ancora 500 mila di loro sono tecnicamente considerati “sedentari”, circa il 15,5% della popolazione tra i 18 e i 69 anni. I giovani presentano performances peggiori: 7 su 10 tra undicenni e tredicenni non raggiungono i livelli raccomandati di attività motoria (per l’OMS, un’ora al giorno); il rapporto sale a 8 su 10 tra quindicenni e diciassettenni, complici almeno 2 ore al giorno di attività con telefonini, tablet e internet. Sono questi i dati salienti del rapporto su Attività Motoria e Sedentarietà in Veneto, che ha fatto da sfondo alla presentazione, avvenuta a cura dell’assessore alla Sanità della Regione e della Dirigente della Direzione Prevenzione Francesca Russo, di una vasta campagna di sensibilizzazione sulla salubrità del fare moto quotidianamente, prevenendo così il rischio dell’insorgere di malattie, anche croniche, legate alla sedentarietà. La campagna, dal titolo “Campioni tutti i giorni”, poggerà sui social network regionali e delle Aziende Sanitarie, sui canali di comunicazione tradizionali di stampa, su affissioni in vari spazi pubblici e affissioni dinamiche sugli autobus nei capoluoghi di provincia del Veneto. “Il tutto – ha sottolineato l’assessore – si inquadra nell’ambito della sezione Vivo Bene Veneto prevista dal Piano regionale di Prevenzione del Veneto. Siamo ad esempio al lavoro sugli aspetti dell’alimentazione, del movimento come in questo caso, degli abusi in generale e puntiamo ad affermare in ogni modo possibile la cultura legata ai sani stili di vita, coinvolgendo il territorio (Comuni e Ulss in primis) e spingendo le persone, a cominciare dai giovani, a convincersi che uno stile di vita sano salvaguarda la salute, impedisce il nascere di tante malattie, garantisce una qualità di vita migliore e diminuisce la necessità di accedere a cure e terapie farmacologiche che, oltre a non fare di certo piacere, costituiscono anche un elevato costo sanitario e sociale. Per questo lavoro – ha tenuto a rilevare – ringrazio la dottoressa Russo e tutto il suo staff che, nonostante anni terribili causati dal Covid, trovano l’entusiasmo e il tempo per creare anche azioni preziose come questa presentata oggi. E il lavoro paga, perché la percentuale di sedentari, rispetto al periodo della pandemia è scesa dal 23 al 15,5%”. La strategia si articola nello sviluppo delle seguenti aree: interventi sulla popolazione sedentaria sana, promuovendo in setting specifici – quali quello scolastico, lavorativo e di comunità – il movimento, sia nella quotidianità che in occasioni organizzate (pedibus per le scuoe primarie e un chilometro al giorno per le scuole secondarie) ; interventi sulla popolazione con presenza di uno o più fattori di rischio o con patologie specifiche che possono trarre beneficio dal movimento, anche predisponendo percorsi di esercizio fisico strutturato in apposite strutture private (prescrizione dell’esercizio fisico e palestre della salute); interventi finalizzati alla creazione di contesti specifici idonei alla promozione dell’attività motoria con interventi strutturali e ambientali (rte dei Comuni attivi e promozione di percorsi ciclopedonali) e azioni di comunicazione, informazione e formazione, rivolte sia alla popolazione che agli operatori sanitari.