I capolavori della fondazione Maeght

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Il Comune di Verona e Linea d’ombra, assieme alla Fon­dazione Marguerite e Aimé Maeght, con l’apporto fondamentale del Gruppo Baccini in qualità di main sponsor, hanno portato a Verona, nel Palazzo della Gran Guardia, una grande mostra organizzata da Linea d’ombra e curata da Marco Goldin, che così torna in città a cinque anni di distanza dagli ultimi successi scaligeri. Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky. Ca­polavori dalla Fondazione Maeght (fino al 5 aprile 2020) è una superba incursione, con un centinaio di opere tra sculture, dipinti e disegni, nel terreno del più alto Novecento internazionale, avendo Parigi quale centro. Una vera e propria monografica dedicata ad Alberto Giacometti, con oltre settanta opere, unitamente ad altri artisti che gravitavano nella Parigi soprattutto degli anni tra le due guerre ma anche nei due decenni successivi, da Kandinsky a Braque, da Chagall a Miró, con un’ulteriore ventina di dipinti celebri, spesso di grande formato. “L’am­ministrazione comunale è particolarmente lieta di presentare questa mostra”, hanno detto il sindaco, Federico Sboarina e Francesca Briani, assessore alla Cultura e al Turismo. Dal canto suo Elisa Baccini, presidente del Grup­po Baccini main sponsor della mostra, sottolinea come “abbiamo scelto di assumerci un impegno di grande rilevanza nei confronti di un’amministrazione, di un’impresa e del pubblico, diventando il main sponsor di questa mostra”. Marco Goldin cura l’esposizione, tornando in questo modo al suo amore per il XX secolo e agli studi sul Novecento, da cui è partito fin dagli anni universitari: “Giacometti è stato una delle mie primissime passioni nel campo dell’arte, poco dopo i vent’anni. Lo cercavo nei libri, nelle mostre e nei musei d’Europa. Ho immensamente amato dapprincipio i suoi disegni, diversi dei quali ho infatti scelto di portare in Gran Guardia. Poi i suoi quadri così sincopati, soprattutto le figure e le nature morte, anch’essi presenti a Verona, e naturalmente le celeberrime sculture. Sono felice di poter rendere omaggio a Giacometti in Italia con questa mostra così vasta, con opere che ne attraversano tutta la carriera, dal suo tempo giovanile in Svizzera alle sculture inaugurali attorno ai quindici anni fino alle prove surrealiste e a quelle, ormai facenti parte dell’immaginario collettivo, della maturità”. “E’ affascinante ormai non più soltanto immaginare, ma anche effettivamente vedere – conclude Marco Goldin – nel vasto salone centrale della Gran Guardia la Donna in piedi, scultura filiforme di quasi tre metri di altezza, fino alla scultura più celebre tra tutte, L’uomo che cammina, che sarà esposto al suo fianco. Nel mezzo la ricostruzione precisa, e poetica, dell’intera vita di Giacometti, tra disegni e pitture e soprattutto tante tra le sue famosissime sculture, dai busti e le teste del fratello Diego, ai cani, ai gatti, alle foreste fatte di figure quasi liquefatte. Fino alla notissima figura femminile del 1956, detta Donna di Venezia, esposta alla Biennale veneziana di quell’anno e che tanto successo riscosse. Ebbene, di quella figura la Fondazione Maeght possiede tutte le nove variazioni, che puntualmente sono giunte a Verona per essere esposte, per un confronto che rare volte nel mondo intero si è fatto”.

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