Crisi Ucraina, speculazione sui prezzi

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La crisi Russia-Ucraina rischia di avere pesanti ripercussioni sull’economia, in primis sui prezzi dell’energia, ma non solo. Ucraina e Russia rappresentano insieme circa un terzo delle esportazioni mondiali di grano, ma sono anche importanti esportatori di olio di girasole e mais, indispensabili per gli allevamenti di polli e suini.
“Le tensioni internazionali di queste settimane hanno fatto schizzare in alto il prezzo del mais per l’alimentazione animale, salito del 5% negli ultimi sette giorni – commenta Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto -. È una guerra di nervi che scatena una guerra commerciale, con rischio di speculazioni che fanno andare in fibrillazione sia il mercato dei cereali, sia quello dei mangimi e quello delle materie prime indispensabili per far funzionare le aziende agricole. I rincari scattati con il 1° gennaio hanno già appesantito i bilanci delle aziende agricole venete, schiacciate dal balzo dei costi energetici che hanno segnato il 2021. Un’ulteriore impennata dei costi sarebbe una batosta per filiere come quella zootecnica, che già sta lavorando pesantemente in perdita”.
Giuliano Bonfante, presidente del settore cereali da foraggi di Confagricoltura Veneto, ricorda che la Russia ha anche ridotto l’export dei fertilizzanti a base di azoto e fosforo, di cui è uno dei massimi produttori a livello mondiale insieme alla Cina. “Per ora la situazione non è ancora critica, ma entro un mese e mezzo cominceremo ad avere un grande fabbisogno di questi concimi per la coltivazione del mais – spiega -. Gli stabilimenti italiani hanno ridotto la produzione di queste sostanze, perché i costi sono troppo elevati. Ci preoccupano anche i costi, che potrebbero rendere meno conveniente coltivare il mais da foraggio rispetto alla soia, che ha costi minori di produzione. È importante mantenere la filiera italiana della produzione di cereali da foraggio, come il mais, il triticale, l’erba medica e l’insilato. Ma si stanno accumulando troppe situazioni negative, compresa la siccità che perdura da mesi, con il rischio che si vadano a perdere posizioni sul mercato”.