Con il Green Pass per sciare gli operatori sono d’accordo

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Sì al green pass per sciatori e operatori degli impianti di risalita, in modo da consentire un ritorno sulle piste in sicurezza e guardare con ottimismo alla imminente stagione invernale. Questa la posizione del president di Confturismo Veneto Marco Michielli, interpellato dall’agenzia ‘Dire’ in merito alla possibilità che la certificazione diventi obbligatoria per lo sci. “La mia federazione è favorevolissima al green pass, chiaramente è l’unico modo di uscire da questa pandemia. Non deve essere visto come un vincolo alla libertà, ma come la possibilità di avere la libertà”, afferma Michielli ricordando che molti impianti a fune prevedono ormai la cabina chiusa, e quindi diventa importante attivare adeguate misure di prevenzione.
Discorso diverso per le strutture alberghiere. Posto che “non avrebbe creato alcun problema agli albergatori se fosse stato previsto l’obbligo del green pass”, va detto che “gli alberghi non sono stati mai chiusi neanche nelle Regioni in area rossa”, e che “gli ospiti sono tutti registrati e quindi in caso di positività poi è facile ricostruire un tracciamento completo”.
Per quanto riguarda le previsioni per il prossimo inverno, infine, “siamo cauti. Abbiamo visto questa estate che tutte le prenotazioni arrivano all’ultimo minuto, persino Paesi come la Germania che normalmente si schedulano le vacanze otto mesi prima adesso aspettano perché c’è incertezza”, conclude Michielli. “Lo scorso anno i poveri colleghi della montagna hanno aperto e chiuso sette volte gli alberghi”.
L’obbligo di green pass per sciatori e operatori degli impianti di risalita dovrebbe essere “una misura nazionale, non regionale”, ma in ogni caso non preoccupa l’assessore regionale veneto al Turismo Federico Caner, che alla ‘Dire’ spiega che a suo parere “per questo inverno la stragrande maggioranza della popolazione sarà vaccinata e in ogni caso ci sarà sempre la possibilità di farsi il tampone per andare a sciare, non vedo grandi problemi all’orizzonte”. La preoccupazione è semmai che “per la legge di Murphy non ci sia neve, visto quanta ne è venuta giù lo scorso anno che gli impianti erano chiusi”.