casinò, evitare gli scontri c’è un clima molto pesante

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Erano partiti da una proposta di 2,8 milioni di tagli all’anno. Ora sono pronti ad arrivare a 3,5. circa il 10% del costo del lavoro in meno. È l’ultima carta che i sindacati dei lavoratori del Casinò si giocheranno con l’amministrazione Brugnaro che, per rimettere in sesto la casa da gioco, vorrebbe tagliare il 15% del costo del lavoro, ovvero 5,8 milioni. Basterà quest’avvicinamento a trovare un accordo tra le parti? O si andrà al muro contro muro, con la prospettiva paventata da Ca’ Farsetti, in caso di entrate in ulteriore calo, di chiudere Ca’ Vendramin Calergi e mandare a casa fino a 150 persone? La partita decisiva si giocherà oggi, in un incontro tra i rappresentanti dei lavoratori e l’assessore al bilancio, Michele Zuin. Lo hanno annunciato gli stessi sindacati e assessore, che si sono ritrovati a Ca’ Farsetti per la commissione consiliare sulla delibera che ricapitalizza il Casinò (per 7 milioni) e ne delinea il piano industriale, con il restyling di Ca’ Noghera e l’ipotesi di chiudere Ca’ Vendramin. Per i sindacati è toccato ad Enrico Gianolla riassumere la loro nuova proposta d’accordo, con il taglio del 10% del costo del lavoro, a fronte di «garanzie occupazionali», una «modifica della convenzione che preveda percentuali non più sugli utili, ma sugli incassi», soprattutto una «prospettiva di più lungo respiro». Quando a Ca’ Vendramin, impensabile per i sindacati prospettarne la chiusura. «Venezia va tenuta aperta, come fanno i grandi brand, anche se incassa meno. E poi è impensabile dire ad alcuni giocatori alto spendenti di andare a Ca’ Noghera. Li perderemmo e basta».

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