Anti-evasione , il Comune di Verona al top

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PAOLO ZABEO CGIA MESTRE

Dalla lotta all’evasione/elusione fiscale, nel 2022 dai Comuni veneti sono stati recuperati 184.602 euro e nel 2023 lo Stato centrale ha erogato la metà, 92.301 euro, alle 18 Amministrazioni comunali della nostra regione, quale contributo per la loro partecipazione all’attività di accertamento fiscale. La legge, infatti, prevede che tale riconoscimento sia pari al 50 per cento dell’imposta recuperata dall’Agenzia delle Entrate a seguito delle “segnalazioni qualificate” ricevute proprio dai Comuni.
Un’azione, in chiave antievasione, che riguarda solo alcuni tributi statali, come l’Irpef, l’Ires, l’Iva, le imposte di registro/ipotecarie e catastali. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.
Nel 2022 il Comune veneto più “virtuoso” è stato Jesolo (Ve) che ha ricevuto un contributo per la sua attività di contrasto all’evasione erariale pari a 21.526 euro. Seguono Verona con 21.342 euro, Venezia con 12.926 euro, Schio (Vi) con 7.693 euro e Fumane con 5.990 euro.
Di questi 92.301 euro di contributo relativo al 2022 – quale riconoscimento per l’attività di collaborazione con l’Agenzia delle Entrate rivolta al contrasto dell’evasione dei tributi erariali – 41.533 sono stati erogati in virtù delle segnalazioni fatte da quattro Comuni capoluogo di provincia, mentre i rimanenti 50.768 euro dalle altre amministrazioni comunali presenti in Veneto. Si ricorda che nella nostra regione i Comuni sono 563 e il 52 per cento circa ha meno di 5 mila abitanti.
Premesso che in Veneto le dimensioni dell’abusivismo edilizio, del lavoro nero e dell’evasione fiscale sono contenutissime rispetto al resto del Paese, le segnalazioni inviate dai comuni veneti all’Agenzia delle Entrate sono state obbiettivamente poche. Va comunque ricordato che queste comunicazioni devono essere puntuali, circostanziate e contenere i dati identificativi del soggetto a cui sono contestati gli ipotetici comportamenti evasivi ed elusivi. Non è sufficiente, quindi, indicare un potenziale evasore esibendo motivazioni generiche. Inoltre, per redigere l’istruttoria che verrà poi inviata all’Agenzia delle Entrate è necessario che i Comuni dispongano di personale qualificato a svolgere questa attività “investigativa”. Abilità queste che un dipendente comunale acquisisce solo attraverso la partecipazione a un’attività formativa mirata e continuativa che dovrebbe essere tenuta dall’Amministrazione finanziaria. Con piante organiche spesso ridotte all’osso e del tutto impreparate ad affrontare queste tematiche, per molti Sindaci ricorrere a questa misura è pressoché impossibile. Se, invece, le competenze ci sono, vengono utilizzate per “recuperare” solo l’evasione dei tributi locali in capo ai Comuni; come l’Imu, la Tari, la Tosap, l’imposta sulla pubblicità e quella di soggiorno.