Agricoltura, presidio dei lavoratori

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In Veneto Agricoltura (Avisp) è braccio di ferro sul trattamento dei 160 dipendenti con una causa in tribunale, pronunciamenti di illegittimità della Corte Costituzionale ed un ulteriore attacco dell’Ente, appena commissariato, che disdice il contratto di riferimento. La tensione è alta, tanto che i lavoratori hanno deciso di effettuare un presidio il oggi 5 luglio (ore 10,30) davanti al tribunale di Venezia (Rialto, sezione lavoro) in occasione della seduta che dovrebbe portare alla sentenza circa l’integrale riconoscimento del contratto di lavoro Utilitalia (Fe­derambiente) all’interno dell’En­te. La vicenda dura da quasi 5 anni, dopo che a fine 2014 Veneto Agricoltura è diventato “Avisp” e la Regione volle cambiare il contratto da Utlitalia (fino ad allora in vigore) a quello delle autonomie locali, con una notevole decurtazione degli stipendi. Siccome però il contratto delle autonomie locali vale per personale assunto con concorsi pubblici ed i dipendenti di Veneto Agricoltura erano stati ingaggiati con un rapporto di tipo privatistico, la Regione ha inserito nella legge istitutiva di Avisp due articoli (12 comma 3 e 13 comma1) che applicano entrambi i contratti: Utilitalia per la parte normativa, Autonomie Locali per quella salariale, col risultato di una doppia penalizzazione per i lavoratori. Di qui le cause, approdate ad un’ordinanza (gennaio 2018) del Tribunale di Venezia che ha sollevato questioni di legittimità degli articoli 12 e 13 ed il successivo pronunciamento della Consulta che ha dichiarato (sentenza del febbraio 2019) l’ illegittimità costituzionale delle norme in questione. Venerdì 5 luglio andrà in scena quello che si presume sia l’ultimo atto in cui il giudice sarà in grado di emettere una sentenza in merito al ricorso. Se sarà favorevole ai lavoratori, Avisp dovrà corrispondere le differenze retributive per tutto il periodo pregresso. L’attesa è alta anche perché la situazione è tutt’altro che serena all’interno dell’ Ente. “Se abbiamo deciso il presidio – spiega Alessandro Biasioli, segretario Fp Cgil del Veneto – è anche per contestare pubblicamente le decisioni della Regione Veneto che ha commissariato l’ente, esautorando di fatto una parte del tavolo di contrattazione per una risoluzione della vicenda che è tuttora attivo.

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