Veneto Sviluppo chiude nel silenzio di Zaia

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“Veneto Sviluppo chiude perché Zaia non ha la minima idea di come affrontare il destino della Partecipata; è un altro fallimento di chi non è stato in grado di disegnare un futuro innovativo. Il silenzio assordante della Regione è il viatico peggiore per un esito che pare scontato”. Questo il commento rilasciato dal Capogruppo del Partito Democratico a palazzo Ferro Fini, Stefano Fracasso, e dai colleghi, la Vice Orietta Salemi e Claudio Sinigaglia “al termine delle audizioni di questa mattina in Prima Com­missione dei rappresentanti di Veneto Sviluppo”. “Dal prossimo anno, la Partecipata non potrà più gestire i Fondi di Rotazione, che saranno messi a gara e c’è il serio pericolo che l’ente resti un ‘ferro vecchio’ inutilizzabile – denunciano gli esponenti Dem – Nonostante la scadenza ormai imminente e nota da tempo, il Presidente non ha ancora individuato quale ruolo assegnargli. E così, nel frattempo, è ovvio che con il bilancio 2020 la Regione si prenda i 100 milioni del fondo salva imprese e ne metta almeno 50 per altre spese in conto capitale”.“Pu­r­­t­roppo – evidenziano i consiglieri PD -Veneto Svi­lup­po è rimasta ferma agli strumenti di 15 anni fa, tradendo la mission originaria che è già chiara nella sua denominazione. Siamo di fronte a un altro mondo e a un’altra economia, ma la Regione ha fatto finta di non accorgersene e adesso la società Partecipata rischia di non essere all’altezza di raccogliere le nuove sfide che le imprese sono chiamate ad affrontare, dalla digitalizzazione all’automazione, fino all’economia, solo per fare alcuni esempi”. “La preoccupazione espressa dai rappresentanti di Veneto Sviluppo è la nostra – concludono Stefano Fracasso, Orietta Salemi e Claudio Sinigaglia – hanno bisogno di un supporto e che Veneto Sviluppo resti al loro fianco come uno strumento attuale e all’altezza del ruolo, aggiornando quindi la propria mission. È un passaggio importante che meriterebbe un confronto in aula consiliare, luogo che finora la Giunta ha accuratamente evitato. Forse perché non sa che pesci prendere e non c’è nessuno su cui scaricare la responsabilità di una morte annunciata”.

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