Ripartenza del Veneto, un patto sociale

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Si è chiuso con la piena riconferma di Gianfranco Refosco quale segretario generale di Cisl Veneto questo XIII congresso dell’organizzazione, che per due giorni alla fiera di Padova ha riunito 380 delegati da tutta la regione e accolto oltre 80 ospiti dei vari mondi istituzionale, economico, associativo.
Classe 1970 e vicentino di nascita, laureato in sociologia a Trento, dopo diverse esperienze lavorative (come operaio, impiegato in conceria e in un’azienda di spedizioni internazionali, educatore in una cooperativa sociale,…), intraprende nel 2000 l’attività sindacale in Filta Cisl, poi Femca, della quale diventa segretario generale nel 2009, in coerenza con la sua vocazione per i problemi e l’impegno sociale. Nel 2011 è eletto segretario generale di Cisl Vicenza. Da aprile 2016 è componente della Segreteria regionale di Cisl Veneto, di cui è eletto segretario regionale dal 2018.
Un congresso che, ben lungi dal poter guardare con speranza all’uscita della pandemia e ai segnali di ripresa di fine 2021, ha visto entrare con prepotenza nel suo dibattito il tema del conflitto bellico e prendere corpo le preoccupazioni per il rischio concreto di un’economia di guerra e un orizzonte prossimo di ulteriore recessione.
“Anche questo nuovo contesto ci conferma che c’è un grande bisogno del sindacato, c’è grande bisogno di noi – ha detto nel suo discorso di chiusura all’assemblea il rieletto segretario –. Cogliamo questa sfida scegliendo la strada del sindacalismo riformista, pragmatico e propositivo. Siamo impegnati a produrre trasformazione sociale, non a fare testimonianza, a diventare protagonisti di questo profondo cambiamento orientandolo nella direzione di quello sviluppo sostenibile, equo e inclusivo alla cui costruzione lavoriamo ogni giorno’’.
Un cambiamento veloce e sempre in atto, che ha toccato e ancora sta toccando con impatti notevoli il mondo del lavoro, come sotteso dal titolo del congresso “Ricomponiamo il lavoro”, scelto a sottolineare l’impegno del sindacato per umanizzare il lavoro e riempirlo nuovamente di senso e di prospettiva. “In questi ultimi anni, per le diverse crisi, il lavoro è stato pesantemente colpito: frammentato, polarizzato, anche maltrattato – ha evidenziato sempre Refosco –. Questa frammentazione del lavoro, la sua polarizzazione crescente, che rendono senz’altro più difficile la tutela delle persone e aumentano le divisioni, hanno bisogno di una forte risposta sindacale. Perciò il Congresso è stato per noi l’occasione per lanciare un messaggio forte: è il momento di ricomporre il lavoro. Che significa anche ricomporre la comunità, perché pure la coesione sociale, non solo l’occupazione e l’economia, è stata minata dalla pandemia’’.
È l’appello che Cisl Veneto ha lanciato, forte e chiaro, agli ospiti presenti nella prima giornata, a partire dalla Regione del Veneto, candidandosi ad avere un ruolo da protagonista attivo. E tra le leve principali della necessaria ricomposizione del lavoro, per Cisl Veneto ci sono senz’altro l’istruzione e la formazione permanente, perché la transizione digitale ed ecologica camminerà sulle gambe delle competenze dei lavoratori, non solo su quelle delle risorse e delle tecnologie.