Ostanel per “Il Veneto che Vogliamo”

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Più di 300 persone hanno chiesto a Elena Ostanel di candidarsi al Consiglio Regionale nella lista de Il Veneto che Vogliamo

“È un grande motivo di orgoglio e una grande responsabilità – dichiara Elena Ostanel – confermo la mia piena disponibilità per una candidatura che sottoporrò lunedì in assemblea, quando voteremo le liste de Il Veneto che vogliamo”.
Tra i firmatari anche figure della scena culturale e dell’attivismo civico di Padova, come Sergio Lironi, Andrea Pennacchi e Adone Brandalise, le tre Assessore del Comune di Padova, Marta Nalin, Chiara Gallani e Francesca Benciolini e i Consiglieri Nicola Rampazzo e Stefano Ferro.
“Credo in una politica fatta dalle persone e per questo sono felice che la mia candidatura possa nascere in questo modo e non nel chiuso di una stanza” continua la Portavoce de Il Veneto che vogliamo.
“Mi impegnerò per rimettere al centro quattro temi che ritengo fondamentali.
Il primo legato al metodo: le istituzioni devono tornare ad ascoltare le persone, ho avuto conferma di questa esigenza dal percorso di “Una nuova scena” che ha raccolto proposte concrete coinvolgendo oltre 230 operatori culturali.
Il secondo relativo al consumo di suolo, con la nostra regione che è tra le prime in questa pericolosa classifica. Dobbiamo tutelare le aree di elevato valore ambientale e paesaggistico, contenere gli effetti del cambiamento climatico e ridurre i rischi idrogeologici. Serve subito un piano per la rigenerazione urbana utilizzando gli immobili, le aree industriali e le terre in disuso.
Il terzo riguarda la legalità: per più di un anno la Regione non ha avuto un protocollo per controllare le infiltrazioni della criminalità organizzata nel sistema appalti, come se la vicenda Mose non avesse insegnato abbastanza. Serve cambiare rotta subito e dare reale supporto alla riattivazione dei beni confiscati alla mafia che in questa regione sono più di 400.
Il quarto è ridurre le diseguaglianze che purtroppo con il Coronavirus sono aumentate anche in Veneto: servono politiche per la casa che partano da una mappatura degli immobili pubblici inutilizzati, politiche che aiutino i giovani e le neomamme a superare la precarietà e conciliare vita privata e lavoro” conclude.